Lunedì in Arte: Certosa di San Martino (Napoli) e Museo, con vista - Parte finale -
E così si conclude oggi il mio percorso nella
Certosa di San Martino.
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di conoscere i dettagli di un difficile percorso di esistenza.
Oggi, come già scritto appartiene allo Stato.
Ma importante è sapere che dopo l'entrata in cantiere del grande architetto Fanzago dal 1623 al 1656, al regio ingegnere - architetto Andrea Canale che lo succede, subentra il figlio Nicola Tagliacozzi Canale nel 1723. Lui è definito architetto - scenografo. Il migliore creatore ed incisore di realizzazioni scenografiche del '700 di grande raffinatezza.
E riesce in modo egregio a confluire insieme pittura, scultura ed architettura. E s'integra molto bene nello stile artistico di quei tempi chiamato Rococò.
Nel 1799 la struttura fu estremamente danneggiata durante la rivoluzione e viene occupata dai francesi.
I monaci certosini furono soppressi perché sospettati di avere simpatie repubblicane. Ma vennero ben presto reintegrati e fecero rientro alla Certosa nel 1804. Solo nel 1812 abbandonarono di nuovo il posto, per cui subentrarono i militari e la struttura divenne la Casa degli Invalidi di Guerra fino al 1831.
Poi svuotata per forti restauri, fu di nuovo sede dei certosini nel 1836 fino a quando ne uscirono definitivamente diventato proprietà statale.
Studio di due monaci certosini Jacopo Pontormo Immagine dal web |
Come potete notare, le vicende storiche susseguitosi sono state molte ma il recupero è stato attuato molto bene e con Giuseppe Fiorelli, ora ha modo di mostrare tutta la sua bellezza artistica.
Cosi, continuando con il nostro percorso, siamo rimasti nei Giardini Pensili con il suo straordinario panorama.
Rientrando nella struttura percorriamo un corridoio che porta verso il chiostro dei Procuratori. Qui si possono ammirare le antiche Carrozze del periodo borbonico ed oltre, con gli Stemmi dei Re e dei Viceré.
Bisogna dire che anche qui scattare foto è stato complicato per l'esiguo spazio in cui erano inserite le carrozze. Ma ci sono riuscita comunque.
Aggiungo anche le leggende, così è più facile capire tutta la loro storia. 😉
Qui non ricordo esattamente ma entrando erano situate lateralmente altre sale che però quel giorno abbiamo trovato chiuse. In alcune si vedeva benissimo la sezione navale con grandi, bellissime navi.
Peccato, spero che nel tornarci possa vedere tali meraviglie.
Ma ora passiamo alla grande sorpresa.
Me per prima, perché proprio non me l'aspettavo.
Entro quasi in punta di piedi nella bellissima sala dedicata alla
Cona dei Lani.
Mi ha emozionato tantissimo perché è molto difficile trovare tali meraviglie così ben conservate e straordinariamente restaurate.
Ma voi vi chiederete sicuramente di cosa stia scrivendo. Avete ragione, ora vi spiego.
La Cona che deriva dalla parola greco bizantina Ancòna (icona), è un insieme di figure sacre inserite in una particolare struttura architettonica. Invece i Lani, dal latino Lanius che significa macellaio, erano una importante confraternita di macellai napoletani ai quali era stata assegnata, sempre nella Chiesa di Sant'Eligio a Napoli, una Cappella dedicata a San Ciriaco.
Sant'Eligio Maggiore In Gotico francese Immagine dal web |
Durante gli spietati bombardamenti del 1943, questa piccola chiesa angioina situata vicino al porto e sul piazzale del mercato, subì estremi danneggiamenti.
Fu Gennaro Borrelli che ne ritrovò i resti sotto la settecentesca pavimentazione tra gli anni '60/'70.
Non si sa esattamente come finirono lì. Forse furono interrati dopo la distruzione dell'opera a causa del terremoto nel 1732 o perché ci fu un tentativo di ricostruzione moderna sempre in epoca settecentesca.
Dopo il ritrovamento i resti furono depositati e conservati nel Palazzo Reale.
E dobbiamo ringraziare il soprintendente per il Patrimonio Artistico e Storico di Napoli Nicola Spinosa, che circa venti anni fa decise di ricostruire la particolare opera di grande importanza artistica.
Il restauro fu eseguito dal consorzio R.O.M.A. sotto la direzione tecnica di Giuseppe Giordano.
La Cona Dei Lani è dunque la più importante scultura monumentale fittizia policroma del Rinascimento meridionale in terracotta. Eseguita dal mastro Domenico Napoletano tra il '400 e '500.
Le sculture in terracotta rappresentano le Sibille, il Re David, il Profeta (forse Isaia), Il Cristo Redentore, I Capitelli in stile Composito e Ionico, un grafico che mostra come potrebbe essere stato la grandissima struttura scultorea finanziata dai macellai appartenenti all'umile popolo napoletano. Nei vari ordini erano inserite le scene con la Natività centrale. Poi vi era il Coro degli Angeli musicanti, la Madonna col Bambino, infine un Santo non ben identificato.
Per cui vi mostro alcune immagini di questa grande bellezza artistica.
Vi avviso che non inserirò tutto, anche perché ammirare dal vivo queste opere non ha eguali.
Sant'Ambrogio invece, sempre opera di Domenico Napoletano, come potrete leggere non fu commissionata per La Cona. Essa ebbe come finale collocazione, prima dei bombardamenti, una nicchia posta sulla facciata accanto al portale della Chiesa di Sant'Eligio.
Infine ci dirigiamo verso il piccolo
Chiostro dei Procuratori.
Inizialmente questo era un piccolo, bellissimo orto che i certosini curavano con amore.
In seguito come abbiamo visto divenne il punto centrale dove si snodava ogni percorso della vita di questi mirabili monaci.
Alla fine del Cinquecento l'architetto Dosio realizzò questo luogo seguendo uno stile rinascimentale con bellissimi contrasti di marmo bianco e marmo grigio piperno.
Il pozzo centrale è di Felice de Felice. In marmo bianco e bardiglio con colonnine in marmo africano e mascheroni in stile tipicamente manierista.
Sulle pareti intorno invece troviamo gli stemmi in marmo del periodo che va dal XV al XVIII secolo provenienti da chiese ed abitazioni napoletane.
Qui risiedettero i Padri Procuratori che avevano il compito di amministrare la Certosa, vigilare sul suo funzionamento, occuparsi delle relazioni esterne alla loro vita di clausura e dell'educazione del Certosini.
Qui possiamo trovare anche un luogo dove si realizzavano Spezie. Con le erbe riuscivano a produrre prodotti erboristici e medicamentali per tutti, anche per il mondo esterno.
Concludiamo con l'uscita che non avrei voluto mai varcare.
Il percorso è stato lungo e devo essere sincera non è stato facile. La stanchezza è stata immensa ma la gioia di non essermi arresa ancor di più.
Mi fermo qui e vi ringrazio di avermi seguita fino alla fine.
Vi lascio i link per leggere i precedenti post sulla Certosa.
Abbraccio forte e grazie a tutti voi! ❤
Tutte le foto, tranne le indicate, sono di mia proprietà. Riproduzione solo su richiesta.
Vedo che ti ha affascinato come pochi altri questo monumento alla bellezza ..e non poteva essere altrimenti..lo abbiamo decisamente messo in agenda per una delle prossime visite a Napoli, probabilmente già questa estate.. grazie ancora intanto dei tuoi preziosissimi post.. 🤗👏👏👏
RispondiEliminaCiao Franco. Forse ha influito molto il fatto che desiderassi visitarla da tempo immemore.
EliminaContentissima che voi vogliate ammirarla al più presto.
Vedrete anche altro credo. Vi stupirà ne sono certa.
Grazie a te! Un forte smack!!!
Si nota appena appena il piacere che ti ha procurato questa visita :-D
RispondiEliminaHai ragione Ariano, appena appena... ahahahah...
EliminaGrazie con abbraccio. 😘
La storia, le immagini, la dovizia dei particolari ci proiettano nel mondo dell'ARTE.
RispondiEliminaÈ bello diventare partecipi di tanta bellezza.
Grazie!
Buona serata, un abbraccio
enrico
Almeno ci ho provato. 😊
EliminaFelice di averti reso partecipe Enrico. ❤ Grazie infinite a te!
Notte serena, ciao e ti abbraccio anch'io.
Quante meraviglie!! Spero , in futuro, di potermi recare a Napoli e vedere tutto di persona. Un caro saluto.
RispondiEliminaVerissimo Mirtillo. Dai, lo spero per te, non credo te ne possa pentire. Un saluto grande, grazie!
EliminaDelle vere meraviglie... ti ringrazio moltissimo per questa importante condivisione soprattutto perché non penso che sarò mai in grado di visitarle. Ti ringrazio anche per i preziosi consigli che renderanno più attraenti ed interessanti questi monumenti.
RispondiEliminaNe sono felice Flo. Grazie immensamente per le tue parole. Anche io ho luoghi che mai potrò visitare e quando trovo chi me le racconta in modo egregio, ringrazio chi lo fa regalando storie al mondo. Almeno so che le mie fatiche non sono state inutili. 😉
EliminaUn forte abbraccio, grazie ancora e buona serata! ❤
Molto bello. E molto articolata questa struttura e, di conseguenza, la tua relazione.
RispondiEliminaComplimenti.
La cona dei lani è davvero particolare.
Grazie Alberto. Ammetto che non è stato facile ma di sicuro ne è valsa la pena.
EliminaSì, per me è straordinaria. 😉
Abbraccio.
Finalmente ce l'ho fatta, dopo essere stato fuori casa per tutto il weekend, venendo proprio a Napoli, anche se non siamo andati a vedere la Certosa. Mi ha fatto ridere Maria perché quando le hoi detto che aspettavo mi ci portasse lei ridendo mi ha detto "Però è giusto tu sappia che lì ci si portano i cornuti" 😂😂😂 Comunque scherzi a parte, altro che spazi esigui, hai fatto delle foto meravigliose! E poihai descritto tutto come una vera storica che lo fa di mestiere! 👏👏😘
RispondiEliminaCiao Nico. Ahahahah... tua moglie è troppo forte... ahahahah... comunque si tratta del termine scurnacchiato e della sua origine dovuta al santo e non alla Certosa. Anche se poi si dice che alla Certosa lo "scurnacchiato" fa il Priore... 😅 le credenze napoletane sono troppo belle. Persino Totò ne fa uso in un suo scritto.
Elimina🤣🤣🤣🤣🤣
Ma devi vederla assolutamente prima o poi!
Grazie di cuore. Ho studiato bene ma è solo per passione.
Abbraccio grande!