Giochin giocando: inventiamo una storia su di loro
Oggi ho deciso di farvi divertire in modo particolare.
Vi darò il nome di un grande genio d'arte e voi dovrete scriverne una storia romanzata che gli riguarda.
Ovviamente dovrebbe sembrare verosimile, utilizzando i tratti salienti che vi ricordate
(che siano reali o meno non importa, basta che siano cose da voi personalmente conoscete)
del personaggio in questione.
Dopo scriverò il mio contributo.
Quindi forza!
La personalità di oggi è:
SALVADOR DALI'
Buon divertimento a tutti e buona Domenica!
Ho dormito poco e male, ho sognato o forse era un terribile incubo, il sogno mi ha rubato i miei tanti nomi, allora consulto la mia agenda e l'angoscia sale, dei miei tanti nomi rimane scritto solo Dali'.
RispondiEliminaCome potrò vivere con un solo appelativo, qualche passo strascicato e raggiungo lo specchio, quello specchio che ogni mattina rimanda al mio sguardo la mia figura, mi specchio piu volte e un mancamento mi assale, il mio labbro superiore si presenta vergognosamente nudo, niente baffi.
La tragedia incombe senza baffi, senza nomi e titoli chi mi apprezzerà mai.
Ahahahah... sei stato fantastico Fulvio!
EliminaHai preso i suoi tratti salienti e li hai ricostruiti sapientemente nel tuo racconto, come le parole di un suo ipotetico diario. Bravissimo e complimenti. Grazie!
C’è la regina, altera e inarrivabile, dietro la maschera di modella e musa si nasconde una cinica “manipolatrice” capace di stravolgere qualsiasi mente, facendo credere di esserne al servizio ma fondamentalmente continuando a muovere i fili, la regina ha un nome, questo nome riecheggia nel tempo, a volte come un sussurro, a volte assordante: Gala.
RispondiEliminaPoi c’è il creatore di sogni, eccentrico, spavaldo, presuntuoso, arrogante e … in balia degli eventi, l’ingegno, il talento, l’essere visionario lo stordiscono fino al punto di non accorgersi che i suoi movimenti sono controllati dall’alto, da un’entità “regale” di cui non può non innamorarsi, anche il creatore di sogni ha un nome, Salvador ma il nome stesso si perde nei meandri della storia, Dalì è il suono che scaturisce dalla chi lo ricorda.
Infine c’è l’angelo, l’affinità spirituale, il creatore di sogni la ricorda così, un angelo apparso dal nulla a rischiarare le zone d’ombra, a riscaldare le gelide stanze dell’anima, anche l’angelo ha un nome: Amanda, ma al contrario dei precedenti il nome risuona forte e chiaro.
Amanda col tempo lascerà il creatore, o forse è il creatore che abbandona l’angelo, per seguire altre strade, ma questa è un’altra storia.
Ehhhhh... grande componimento Romualdo.
EliminaMolti i particolari della sua vita da te qui inseriti.
Addirittura hai ricordato il recente e l'angelo Amanda.
L'ipotesi per me è l'ultima da te esposta.
Dalì aveva solo un'ancora a tenerlo fermo e questa era Gala.
Grazie!!!
Che dire quando entro nel osteria aveva un baffo celeste su una guancia e la Maria gli disse
RispondiEliminaMa con chi sei andato con una marziana
Lascia perdere rispose marziana Sì
voleva prima di tutto un autoritratto avrebbe pagato...
Immaginate voi
Io non me la sono sentita gli sono rovinata addosso e la marziana è diventata mezza terrestre
Ahahahah... sono leggermente confusa Andrea. Non ho capito cosa c'entrasse Dalì se non per quel "baffo celeste". Comunque divertente e grazie di aver partecipato. Ciao.
EliminaDa lì frequentava all'osteria di Maria quasi esclusivamente dove Ale dopo aver consumato in quel caso una marziana
RispondiEliminaCavolo! Questo non lo sapevo, direi che è uno scoop... 😁
EliminaGrande fantasia la tua. Grazie Andrea!
Io sono stato creato da Nikos Kazantzakis, il grande scrittore greco. Non ci credete. Eppure è così! Egli aveva scritto un romanzo straordinario il cui protagonista ha una morale favolosa: per vivere, bisogna essere matti. Però all'ultimo momento decise che un pittore spagnolo non andava bene come personaggio centrale della sua opera letteraria più riuscita, ci voleva un greco. E dunque si inventò quel "Alexis Zorba" e riscrisse il romanzo adattandolo a lui. E io, cacciato ingiustamente dalla letteratura, non ho avuto altra scelta che nascere umano e reale, in Spagna, proprio come era scritto nella prima e sconosciuta versione del libro di Kazantzakis.
RispondiEliminaEh dì, per vivere bisogna essere proprio matti!
Ma che scritto particolare Ariano.
EliminaNon conoscevo autore e romanzo e mi son dovuta informare bene prima di risponderti.
Per come conosco Dalì mai si sarebbe arreso ed avrebbe fatto in modo di essere comunque lui il signor Alexis Zorba. 😉
Comunque in quanto a follia geniale nel vivere lui insegna alquanto.
Grandiosoo racconto, ti ringrazio tantissimo Ariano! Ciao!
- Ma ne è sicuro, signor Dalì? -
RispondiElimina- Assolutamente. -
- Mi ascolti, sono il suo barbiere da una vita: i baffi, così, sono... -
- Come sono? -
- Beh... surreali. Mi scusi, eh. -
- Ridica un po' quella parola. -
- Si è offeso, lo sapevo. -
- No no, mi ridica quella parola! -
- Quale? Surreale? -
- Sì! Ma è meravigliosa! E pensavo: ma se. tutti i miei dipinti fossero... surreali? -
- Boh. L'artista è lei... -
- La ringrazio, mio buon barbiere! Ora so che stile devo adottare: da oggi sarò un pittore surrealista! -
- Comunque fanno 12 pesetas. -
Ciao Marco!
EliminaQuesto sì che è verosimile e magari avrebbe fatto in modo che il merito circa il suggerimento fosse suo. 😉
Intanto paga però... ahahahah...
Grazie e notte serena!
"DALI' ED I SUOI OROLOGI"
RispondiEliminaLi ho sognati stanotte
Ricordo che sudavo freddo
Una volta aperti gli occhi
Ero ancora sconvolto.
Sabbia
Mare sullo sfondo
Ed orologi molli
Liquefatti
Segnano la fallace caducità
E la labile persistenza del tempo
Causate dalla percezione variabile del tempo stesso
Da parte dell'uomo.
La vacuità delle nostre esistenze
È inversamente proporzionale alla nostra prosopopea
Chissà forse la ragione di questa curiosa proporzione
Trova spiegazione nella nostra fragilità
Pensate che dramma sarebbe
Se prendessimo davvero atto
Della nostra pochezza
E del nostro essere nulla di fronte all'universo
O ancora se ci rendessimo conto
Di come il tempo che ci viene concesso di vivere
Sia fugace e profondamente aleatorio.
Mi alzai
Presi la tela ed iniziai a dipingere
Sabbia
Mare
Orologi molli
E mentre dipingevo
Avvertivo sempre più
il vero significato di questi orologi liquefatti:
Essi rappresentavano noi
Le nostre debolezze
La nostra inconsistenza
La nostra ineluttabile vigliaccheria
Ma anche il nostro saltuario coraggio
Il nostro talvolta eroico altruismo
Siamo un coacervo di istinti
Che senza amore
Si sciolgono come i miei orologi
E si liquefano sotto i raggi di un sole di morte.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Lo so doveva essere un racconto breve, di solito mi riescono ma questa volta è nata questa poesia che però non va off topic...
No che non va off topic. Hai scritto praticamente un monologo immedesimandoti in Dalì! Io lo trovo fantastico. 😀
EliminaGrazie infinite Daniele!
Buon inizio settimana, ciao.
In realtà i baffi di Dalì erano normali, ma un giorno si mise a testa in giù a dipingere quel Cristo visto da sopra, perché solo così ne avrebbe reso il rovescio, il punto di vista mai visto.
RispondiEliminaVi rimase ore, e anche i baffi seguirono la gravità e la santità di quel Gesù capovolto, onorandone per sempre la dinamica.
Ahahahah...
EliminaOra che ci penso potrebbe essere possibilissimo! 😀
Grazie Franco, buon Lunedì con un sonoro smack!!!
Si dice che Salvador Dalì, da buon catalano, amasse molto mangiare il coniglio al cioccolato tipica ricetta della Catalogna, e si narra che i suoi orologi molli fossero dapprima scolpiti nel cioccolato , passati poi nel freezer e poi ricoperti da un'apposita vernice chimica.
RispondiEliminaMa sei stata bravissima! Grazie Cristiana. Praticamente ti sei inventata una fantastica Fake News su Dalì! 👏👏👏
EliminaGrazie di cuore di aver partecipato, poi l'aggiungo al gruppo. Buona Domenica. 😙😗😙