Giochin giocando: "Una buona giornata"
Buongiorno carissimi.
Avevo voglia di divertirmi un pizzichino e quindi ho deciso di scrive questo piccolo racconto che ci fa sentire la voglia di riprendere a sorridere con spensieratezza.
Siccome di solito la Domenica la dedico al gioco, potete inventare anche voi qualcosa che abbia come tema proprio il desiderio dello svago.
SPENSIERATEZZA E SVAGO
sono dunque il tema di oggi.
Da sviluppare qui (o nel vostro blog) come gradite in una storia o pensiero, qualsiasi idea è ben accetta.
Grazie della vostra partecipazione. Ciao.
Una buona giornata
Giorgia aveva un grande desiderio.
Passare una giornata in armonia con la natura insieme alla sua famiglia.
Tutto il tempo che dedicava al lavoro, oltre alle incombenze della vita, aveva affievolito le passioni che erano sempre state nel suo intimo.
Così decise di passare un fine settimana al lago.
Aveva una piccola villetta proprio sulla sponda, con un piccolo giardino ormai semiabbandonato.
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Ritornare in quei luoghi che erano stati un tempo quelli dei giochi, delle corse a piedi o in bicicletta, avevano riaperto canali di ricordi dolci e malinconici.
Ma arrivati sul posto non poteva fare altro, nel suo primo giorno di vacanza, che riordinare una casa trascurata. Polvere, disordine le fece passare un intero Sabato nello sconforto.
Disse ai suoi ragazzi di gironzolare tra i luoghi intorno alla casa e divertirsi con attenzione. Suo marito li accompagnò.
Ritrovò foto dei tempi andati, i suoi genitori avevano conservato tutti i loro preziosi oggetti e lei non fece altro, tra le varie sistemazioni, che ricordare, ricordare, ricordare...
La sera era stremata ma contentissima. Aveva preparato una leggera cenetta al lume di candela sul patio antistante la casa.
Tra risate allegre coi racconti avventurosi che i suoi ragazzi avevano vissuto durante la giornata e le coccole finali del suo lui si prefiggeva un' altra successiva senza pari.
La notte fu fresca e il sonno arrivò presto dopo aver organizzato a puntino ciò che il domani sarebbe stato.
Il mattino arrivò nella luce di un sole splendente sul lago.
Aveva tirato fuori le bici conservate nel ripostiglio, tutto era pronto per una passeggiata sulle rive verdi-azzurre e poi nel bosco di pini dietro casa.
Il carrettino dei gelati coi suoi palloncini colorati era ancora lì, il giovane ragazzo al suo interno gli ricordava qualcuno.
Ma certo! Era Alberto! Il suo amico di giochi.
I ragazzi si divertirono a prenderla in giro dopo aver ascoltato le storie ricordate da quel compagno di giochi infantili, ormai non giovane come lei. Eh, sì. Ne avevano combinate tante insieme e lui non si fece scappare l'occasione per raccontare ogni singolo aneddoto su di lei. Lo sapeva, era stata una bimba quasi indomabile.
Sì fermarono qualche attimo a mangiare il gustoso cono. Lo ricordava proprio così, buonissimo! Bravo Alberto, aveva ereditato molto bene il dono del suo papà, simpatico, esattamente come lui.
Ripresero le due ruote e si diressero verso il piccolo boschetto di pini.
Che profumo aleggiava intorno ed il sole filtrava i suoi raggi sorridenti tra le fronde.
Ci fermammo. Stese un piccolo plaid e si preparò a disporre piatti, posate, bicchieri ed il buon pranzo preparato per questa serena scampagnata.
Tutto questo si concluse con un piccolo riposino che le permise di allontanarsi lasciando i suoi piccoli appisolati, sereni tra le braccia di Morfeo. Suo marito decise di leggere un libro e tranquilla si diresse verso un luogo che voleva riscoprire dopo tanti anni.
C'era lì, tra quei pini verdeggianti, una piccola raduna. Uno spazio d'erba e piccole margheritine bianche. Era il suo posticino nascosto. Si rifugiava lì, da piccolina, quando aveva voglia di pensare e far vagare la sua mente giovane. Il suo primo sorriso dopo un buon voto a scuola, il rifugio dopo le genuine discussioni con i suoi, le sue lacrime tristi e quelle felici dei suoi primi amori.
Mentre i ricordi presero spazio nei suoi pensieri, assorta e serena non si accorse di qualcosa che la sorprese oltre ogni limite.
Noooo, non poteva essere...
Eppure era proprio lei, non poteva crederci!
Non credeva proprio potesse essere ancora lì, eppure ne era certa era lei.
La sua compagna, quella che che un tempo con passi felpati le si avvicinava fermandosi al suo fianco. Colei che aveva ascoltato le sue parole, i suoi sfoghi, le sue animose carezze.
La volpe era poco distante e non si avvicinava.
Aveva sicuramente riconosciuto la sua amica ma sembrava guardinga, prudente.
Chissà perché non volle condividere la gioia di un saluto più vivo. Giulia credette che non si fidasse più di lei. In fondo erano passati molti anni e, nonostante si fossero salutati in tempi lontani, poteva essersi dimenticata degli scambi delicati di una particolare, forte amicizia.
Non fece nulla e lasciò che si allontanasse ma la seguì. Non sapeva perché ma aveva una sensazione strana e lei doveva comprenderne il motivo.
Intanto vide che cercava di procurarsi del cibo.
Strano. Perché non si nutriva direttamente?
Con le sue prede tra i denti argirò con abilità alcuni ostacoli. Arbusti e rami appuntiti davanti al suo percorso.
Ma tra tutto ciò ecco dirigersi diretta e spedita all'interno di una piccola apertura tra le radici possenti di un forte albero.
I ricordi in Giulia tornarono con forza.
Quella era un luogo a lei conosciuto!
Da piccola amava tantissimo proteggere i suoi preziosi oggetti. Li aveva rinchiusi in un piccolo scrigno di legno intarsiato e lo aveva nascosto accuratamente proprio in quella piccola ferita nell'albero.
Ma cosa ci faceva la sua cara amica volpe proprio lì?
Attese qualche minuto, non sapeva come agire. Voleva tanto farsi riconoscere e salutare quella speciale, arguta signora del piccolo bosco. Tornare a raccontarle i suoi accadimenti, le sue avventure di vita. Avrebbe ottenuto la stessa fiducia condivisa nei tempi passati?
Poi fu sorpresa da forti fruscii. Cosa stava accadendo? La sua amica non era sola?
Con gli occhi sgranati ed incredula quale fu la sua meraviglia!?!
Dalla fessura vennero fuori tanti piccoli cuccioli, bellissimi, seguita dalla madre premurosa ed attenta. Che cosa splendida! Non poteva credere ai suoi occhi eppure erano lì, pieni di vita, felici e affamati... ormai stavano nutrendosi con genuina animosità.
Fu allora che i loro sguardi s'incontrarono.
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Gli aveva praticamente presentato i suoi figli come solo una madre orgogliosa poteva fare.
Aveva ancora fiducia in lei, non si era dimenticata della loro grande amicizia. Ne fu immensamente felice.
Poi si girò veloce per tornare nel piccolo cunicolo. Dopo pochi attimi vide il muso della sua amica dal fulvo pelo spingere qualcosa fuori.
Quale fu la sua gioia! La riconobbe subito. Era la sua scatola, il suo preziosi scrigno.
L'aveva custodita per lei. Tutto questo tempo e non aveva smesso di esserle amica. Solo questo poteva voler dire tutto ciò.
Lentamente si avvicinò per raggiungere l'oggetto.
Lo aprì e...
Sentì il suo nome urlato tra gli aghi di quei pini.
Suo marito con i suoi giovani ragazzi la stavano chiamando.
Effettivamente si era molto allontanata, doveva rispondere.
Ma che peccato. La sua amica volpe era corsa, insieme ai suoi piccoli, all'interno dell'apertura. Che dispiacere. Avrebbe voluto farle conoscere i suoi di cuccioli. Ma forse lei sapeva già. È sempre stata lei la più veloce di pensiero tra le due. E quel che era appena accaduto ne era la dimostrazione.
Una lacrima colma di commozione solcò le guance di Giulia. Era felice. Aveva ritrovato qualcosa di grandioso... e non era solo quel piccolo forziere.
Accorata corse ad abbracciare i suoi cari.
Aveva tutta la fine della giornata per raccontare loro cosa le era appena accaduto.
Quante domande da rispondere ai suoi cari piccoli cuccioli e la sorpresa la riservò alla fine, quando intorno al fuoco appena acceso aprì quella piccola scatola segreta e tirò fuori quel ciondolo, dono della sua cara madre e gioiello prezioso tramandato da madre in figlia. Ora non più suo perché donato, come era accaduto a lei, alla sua splendida figlia.
Eh sì.
Era stata proprio una speciale, sorprendente, magnifica buona giornata.
@Pia
P.s. Schizzi personali.
Una storia tenerissima e delicata.. come potevi solo te potevi dispensarne.. tempi antichi, luoghi del cuore, il carrettino dei gelati, atmosfere lacustri e romantiche.. dovrebbe essere così la vita.. ricolma di serenità e sorriso, con pennellate di splendida armonia.. ma purtroppo non sempre lo è, non sempre riusciamo ad essere sereni, a cogliere il bello.. ma poi leggiamo Pia, ed il cuore s'illumina di nuovo.. grazie e Buon 25 Aprile!
RispondiEliminaGrazie di cuore Franco. Buona Festa della Liberazione a te!
EliminaDesideravo dispensare un po' di serenità. In giro leggo e vedo troppa agitazione e lotte per ogni inutile sciocchezza.
Il necessario è combattere sì, ma soprattutto proteggere ciò che abbiamo di buono e bello (come i cuccioli nel racconto). Avere intorno tranquillità e gioia di vivere, comunque e sempre. Qualcosa che possiamo creare solo noi, con la nostra buona volontà.
Grazie delle tue parole che fanno in modo di conoscermi meglio attraverso i tuoi/vostri occhi. Ciao.
Una storia dolce è un po' nostalgica, come succede inevitabilmente quando si rievoca il passato, la propria infanzia, la sensazione che ci fosse qualche magia nella vita che ci attendeva. e la scoperta che la magia era quella che vivevamo allora...
RispondiEliminaBravissimo Ariano, è proprio come scrivi. Che poi le magie del passato si ripresentano anche nel presente se non le perdiamo... 😉
EliminaGrazie. Buona Domenica sera.
Una storia semplice ma allo stesso tempo ricca di significato. Mi hai emozionato. Sei riuscita nel tuo intento perchè la tua storia trasmette tanta serenità e oggi il mondo ha tanto bisogno di serenità. Grazie.
RispondiEliminaSei tu ad avermi emozionata con le tue parole.
EliminaQuando scrivo provo sensazioni che cerco di riversare nelle parole ma non sempre so se riesco a comunicarle in chi mi legge.
Per cui grazie di cuore Caterina e benvenuta qui da me.
chi ha temo di raccontare storia direi....che poi a metà del racconto se la squagliano o hanno da raccontare le loro di storie di un vissuto spesso di guai e malelingue. Ultimamente gli unici discorsi e storie sono di covid e dintorni come se la Tv non ne parlasse...
RispondiEliminaPia la fantasia non ha più successo con i grandi e se non sono immagini nemmeno i più piccoli seguono
Vero Andrea. Può capitare che i tuoi racconti fantasiosi non vengano ascoltati fino in fondo ma, secondo me, non bisogna smettere di farlo.
EliminaTra tanti c'è sempre qualcuno che, anche se non te lo dimostra o è distratto, assimila le tue parole serbandole nel cuore ed al momento giusto, nel ricordarle, sorride grato.
Io uso anche le immagini, con i miei schizzetti mi diverto ancor di più. I piccoli che conosco io (ed anche i grandi) gradiscono e questo mi basta. Ciao.
Una bella storia. Delicata e sensibile. Grazie alla tua fantasia sono scivolata nel racconto e ho vissuto le avventure della tua protagonista e della sua famiglia. Un abbraccio.
RispondiEliminaFelice che tu abbia gradito Mariella. Grazie.
EliminaAbbraccio e smack! ❣❣❣
Concordo con F4anco F4anco Battaglia sul parere della tua storia. Vediamo cosa posso fare...
RispondiEliminaIL PIZZICOTTO
Viaggio
Tra le luci di Lisbona
Accarezzo la balaustra
Ed i tornelli dello stadio
Sono al msre
Poi a cena fuori e poi al cinema
Sono avvolto
Da un sorriso radioso
E mi pizzico per timore che sia Solo un sogno
Ma per la prima volta sento
Una fitta al braccio
E piango di gioia
Perché è il dolore più bello
Che potessi mai provare.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA
Buongiorno Daniele.
EliminaMi hai fatto sorridere col tuo pizzicotto colmo d'incredulità. 😁
Grazie mi fa tanto piacere che tu abbia voluto partecipare al mio gioco centrando in pieno il tema proposto.
Ho visitato solo una parte della Spagna e Lisbona mi manca. Andiamo insieme? Anche perché il tuo programmino lo gradisco molto... compagni di vita permettendo... 😀🙄🤔
Compreso il doloroso livido dovuto al pizzicotto e le lacrime gioiose...
Dai che forse il prossimo anno ci rifaremo. Ciao e di nuovo grazie di tutto. 😗
Un racconto magico che sa di malinconica nostalgia. Niente tristezza però. Solo serenità.
RispondiEliminaCi penso ad un raccontino e poi ti dico
Buonasera Patricia carissima.
EliminaGrazie, felice della tua gradita opinione. La serenità, questa sconosciuta. 😉
Che bello. Dai che attendo fiduciosa. Bacio enorme.
Complimenti per la bella storia, semplice e di grande sensibilità.
RispondiEliminaSereno giorno.
Buongiorno Vincenzo.
EliminaFelice che tu abbia gradito. Ciao.
Che bello, mi ha portato via lontano, al mio cassetto nel sottoscala. Una pietruzza colorata, la mezza lama di un coltello del nonno, un filo di ferro sotdile. Ricordo di una foto di Zeno Colo' con dedica. Chi sa dove sarà finita la scatola, la casa nn è più la mia. Bello leggerti e il tempo è volato.
RispondiEliminaGrandissimi questi tuoi ricordi ricostruiti! Sono piccole cose che rimangono in noi per sempre.
EliminaIn che senso la casa non è più tua?
Felice che tu abbia tanto gradito e di averti fatto passare un lieve momento di spensieratezza. Grazie di cuore e ti abbraccio.
La casa natia per spartizioni testamentarie è andata al fratello che con una pugnalata nel cuore da venduta Io mi sono fatto la casa 4 km di distanza perché i miei boschi sono tutti lì intorno e quindi nel distacco non ci pensano queste cose ci si pensa dopo
RispondiEliminaChe cose brutte queste divisioni testamentarie. Ora ho capito. Hai perso con essa anche molti tuoi preziosi ricordi, mi dispiace.
EliminaQuel che conta è che tu sia sereno, nonostante tutto. Il non pensarci è la scelta migliore. Ciao carissimo Andrea.
Ciao complimenti per questa piacevole storia.
RispondiEliminaUn ritorno al passato con amore e nostalgia, una volpe per amica, il cofanetto con il ciondolo veramente fantastico.
Buona serata
Rakel
Grazie Rakel. Mi fa piacere che tu abbia gradito soprattutto perché hai perfettamente colto i tratti più salienti. Quindi brava tu. 😉
EliminaFelice e serena sera, ti abbraccio.
E che dusegni carinissimi.
RispondiEliminaComplimenti
A volte i disegni vanno di pari passo coi miei racconti. Non so perché ma immagino i disegni mentre invento i racconti e poi metto insieme il tutto. Grazie di cuore Alberto.
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