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Sabato in Arte: Cosa ci si aspetta da una Guerra? Otto Dix e la sua crudezza.

 

Siamo in un periodo davvero tragico per tanti popoli che combattono per la propria dignità calpestata e per l'orrore e la distruzione che la guerra comporta. 

Oggi forse è arrivato il momento di aprire i nostri occhi e mostrare ciò che noi continuiamo a non voler vedere. 


Un tempo si vivevano le lotte e le guerre come un valore. 

Il portare a casa una vincita significava conquistare un territorio ed un popolo per ingrandire un regno e guidarlo a vivere nella pace e nel rispetto del singolo. Per cui si tendeva a valorizzare l'eroe, colui che trascinava i propri uomini in una lotta verso la vittoria. Per cui nel mondo artistico si tendeva a commissionare raffigurazioni che lo rappresentassero nel loro pieno valore. 


Foto di Pia 
Musei Vaticani 
Vietata ogni riproduzione 


Oggi la guerra è considerata una sconfitta dai più. 
Conosciamo tutti i risvolti che un tempo neanche si raccontavano o conoscevano. 
Terrore, violenza, abusi, scempi di ogni sorta e genere. 
Non serve a nulla recuperare territori per governarli costringendo le persone ad annullare pensieri e gusti personali, limitando la libertà. 

Oggi l'arte vuole raccontare altro. 

Realtà stravolte e fantasiose ma anche la pura verità, con scene che mostrano in ogni modo cosa comporta davvero lo scontro attuato con forza e violenza. 

Tra le più importanti opere desidero mostrarne una che non fa sconti di alcun genere. 

Si tratta del 

Trittico della Guerra 
di 
Otto Dix


Immagine dal web 


Otto Dix è un pittore tedesco dalle umili origini. Il padre operaio e proletario riuscì a far studiare il figlio all'Accademia di belle arti a Dresda. 

Fu sottufficiale tedesco ed ha combattuto contro francesi, inglesi e russi durante la prima guerra mondiale. 

Ma quel che rimase in lui dopo questa esperienza fu una forte repulsione verso tutto quel male vissuto, divenendo un convinto amante della pace. 

Nel 1919 a Dresda si unì nel gruppo degli espressionisti e poi tra i dadaisti. 
Ma la sua indole era diversa ed amava sperimentare con corpi e figure utilizzando varie tecniche pittoriche ed artistiche. 
Il tema principale è la sofferenza inflitta sui corpi di soldati e vittime di conflitti. Mostrando il realismo crudo e tragico di soldati con corpi straziati, smembrati e decomposti, vuole denunciare in modo chiaro il nulla di una guerra che lascia dietro di sé una scia di morti composti non sono solo da soldati ma anche da persone comuni. 

Ed è esattamente ciò che vediamo in questo trittico. 

I sofferenti ed indecisi passi di soldati nella nebbia con i loro zaini in spalla. I corpi trucidati tra sangue e marciume, uno spiritato soldato con la maschera antigas ed uno strano essere su di un ramo d' albero che sembra volerci mostrare qualcosa d'ignoto. 
La forza di un soldato pietoso verso un suo compagno deciso a volerlo salvare. Ed infine sotto a tutto l'inesorabile morte nel suo silenzio di corpi. 

Non c'è molto altro da scrivere. 

Solo che bisogna riflettere sul fatto che chi ha vissuto in questo reale terrore ed orrore non potrà fare altro che continuare a vedere queste scene per tutta la loro esistenza. 
Tenendole dentro di sé o mostrandole con parole ed immagini proprio come ha fatto il nostro grande artista Otto Dix. 

Ciao a tutti voi e grazie. 

Commenti

  1. L'arte ha raccontato la guerra tante volte, ma ancora oggi ci sono troppi conflitti nel mondo.
    Buona domenica.

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    1. Sempre troppi anche se ne fosse solo uno.
      Grazie Vincenzo.
      Buona Domenica a te.

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  2. L'immagine "eroica" della guerra esiste ancora oggi, ma è (come era una volta) pura retorica. Posso accettare la celebrazione da parte di un paese ingiustamente aggredito, che festeggia la riconquista della libertà.
    Otto Dix è stato un pittore straordinario, ha vissuto in un'epoca di orrore (anche dopo la guerra) e lo ha saputo raccontare con immagini spaventose eppure terribilmente reali (vedi il suo celebre quadro sui "pilastri della società").

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    1. La riconquista della libertà deve essere festeggiata, altroché!
      Forse ti confondi sull'opera che credo sia di un suo collega George Grosz. Cruda realtà anche la sua ma con un pizzico di sarcasmo ed ironia in più. 😉
      Grazie Ariano e buona serata.

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    2. Accidenti, ero proprio sicuro che fosse Otto Dix, la memoria mi ha giocato un brutto scherzo, si vede che sto invecchiando :-D

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    3. Ahahahah... se tu sei vecchio io sono decrepita... 😅😥
      Io invece continuo ad imparare anche grazie a te.
      Bacissimi Ariano.

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  3. Risposte
    1. Sì Daniele, anch'io. Molto forte dal punto di vista emotivo e narrativo.
      Ti ringrazio tanto, ciao.

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  4. Bellissimo dipinto. Io credo che gli artisti condividano gli orrori della guerra( orrori che spesso hanno vissuto sulla pelle) per far sì che non si ripetano più, ma non tutte le coscienze sono in grado di cambiare. Un abbraccio grande, Pia.

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    1. Ciao carissima Caterina.
      Credo proprio che tu abbia ragione. Molti artisti hanno vissuto sulla propria pelle le nefandezze dei conflitti passati. E cercano di testimoniarle con tutte le loro forze ma non sono spesso recepite dai più purtroppo.
      Magari proviamo a mostrarle nel nostro piccolo comunque.
      Grazie, abbraccio super ricambiato e buona serata.

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  5. Molto giusto Valeria. Tanti piccoli particolari per una grande opera di denuncia. Speriamo serva a far riflettere.
    Abbraccio forte, grazie!

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