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Sabato in Arte: I maetri Bellini, Mantegna e le botteghe d'arte.

 

Dipingere, disegnare, occuparsi di arte con colori, materiali artigianali anche reperibili in natura, sono spesso oggi cose considerate futili. Un modo di esercitare l'artisticità manuale atto a voler semplicemente divertire. Un gioco che non può avere valore alcuno se non quello del passatempo oltre il vero lavoro. 

Oggi ci sono Accademie d'arte e studi d'arte, Università e Scuole orafe, di scultura, di specializzazioni, fino ad arrivare al mondo della moda, che vogliono insegnare ma che, seppur lo fanno con serietà, formano sì, certo, ma questo non permette un lavorare con ciò che si è approfondito, studiato, curato, creato, creduto. Pochi ci riescono e spesso non sono minimamente messi in risalto. Rivalità con chi li ha formati fanno in modo che non si conoscano. Distruggendo così sogni, avvilendo chi ne ha e portandoli alla rinuncia nonostante doti elevate. 

Viviamo in mondo dove l'artista non viene più considerato e dove valgono molto di più occupazioni comunque di rilievo che formano professioni imprenditoriali, d'insegnamento, di avvocatura e quant'altro. Come se chi dipinge lo faccia senza alcuna formazione, dove spesso formazione è esperienza, cultura, fantasia, dote, indole di bellezza e talento. No, il talento oggi non ha alcun senso per chi intraprende tale strada. 

Tutto questo è scoraggiante. 

Eppure un tempo esistevano persone che in questo si affidavano, creando occupazioni notevoli e guadagni sorprendenti. 

Un tempo vi erano le botteghe. Luoghi dove chi ne faceva parte aveva opportunità di guadagno altissimi che andavano oltre gli ovvi litigi di chi è il migliore. 

Per i più bravi fioccavano le commissioni da chi se lo poteva permettere, i profitti erano alti e l'economia era molto attenta a tutto questo proprio perché, essendo considerate imprese, permettevano un grande fiorire in termini di guadagno. 

Se ne sente parlare sin dal Duecento in poi. Tra le più famose quella guidata da Giotto, Verrocchio da cui viene fuori il grande Leonardo, Squarcione superato ampiamente con talento da Mantegna, il Perugino da cui Raffaello che poi ne portò avanti una lui stesso e poi Rubens, il Ghirlandaio da cui Michelangelo... 

Tante, tantissime botteghe che ospitavano giovani ragazzi con una seppur umile dote artistica da aiutare nello sviluppo del loro prezioso dono e che spesso non venivano pagati anzi a volte erano loro a pagare, alcuni considerati semplici garzoni, fino alle illustri famiglie disposte a tutto pur di vedere i propri pupilli divenire grandi e famosi artisti. 

Alcune erano a conduzione familiare come quella di Jacopo Bellini. Nel periodo quattrocentesco lui si colloca nel tardo gotico (fine gotico inizio rinascimento). 

Nella bellissima Venezia aprì la sua bottega dove poco dopo entrarono i suoi due figli Gentile e Giovanni. E molto probabilmente anche se un po' in disparte entrò anche Niccolò. La sua unica figlia Nicolosia andò in sposa al famoso Mantegna. 

Dopo la morte del padre Jacopo, la madre fece in modo, con un valido testamento, che tutto quel luogo d'arte e quant'altro fosse ereditato da suo figlio Gentile insieme a Niccolò. 

Fu in effetti colui che studiò ed apprese molto del lavoro di suo padre in bottega ed essendo un grande osservatore, fuori del proprio paese, conobbe tecniche e stili nuovi ovunque lui soggiornasse. 

Divenne un grande artista ma soprattutto ritrattista, molto ricercato tanto da divenire Pittore ufficiale della Repubblica di Venezia. Il culmine della sua carriera fu quella di avere l'incarico di ritrarre una miniatura su moneta di Maometto II, dopo la presa di Costantinopoli. 

Ma molto più innovativo e fantasioso fu il fratello (forse fratellastro vista l'esclusione testamentale) Giovanni Bellini. 

Dipinse molti lavori con il padre ed il fratello Gentile. 

Con l'arrivo in bottega di Andrea Mantegna (già con esperienze padovani e come prima indicato, formatosi nella bottega di Francesco Squarcione) ci furono sviluppi di grande prestigio. 

Divenne grande amico di Giovanni ed insieme fecero in modo che i lavori, gli studi del padre mai mostrati al pubblico, divenissero noti ed importanti. 

Due album di disegno preziosissimi di Jacopo Bellini, conservati uno al Louvre e l'altro al British Museum, dove troviamo citazione di architettura in forma antiquariale con fantasie tardomedioevali miste a composizioni greco-romane. 

Fantastico! 


Tavole di Jacopo Bellini 
Album conservato al  Museo Louvre (Parigi) 
Inchiostro su pergamena (cm. 38×52) 

Immagine privata vietata riproduzione 


Il Mantegna fu fortemente influenzato da questi studi. 

Cosi anche Giovanni Bellini che ci mostrerà tutte le esperienze vissute in quel luogo di lavoro ormai importante e famoso nelle sue opere; per i suoi viaggi in giro per la penisola e soprattutto per aver vissuto in una città come Venezia, dove vivevano etnie diverse essendo una città marittima, con suddivisioni di quartieri Turchi, Tedeschi, Slavi, il ghetto ebraico e gli insediamenti armeni. 

Praticamente un ambiente senza alcuna differenziazione razziale. 

Oltre ad essere divenuta la capitale degli affari mostra come lo stile non ha bisogno di unicità. Perché i tanti possono essere assimilati ed influenzati tra loro. L'unica esigenza è che tutto sia di grande qualità. 

Quindi vi lascio con questo capolavoro di Giovanni Bellini dove la maestria dei suoi studi in una grandiosa bottega di una superba città, è mostrata in ogni sua parte. 


Pietà o Compianto sul Cristo Morto 
Giovanni Bellini 

olio su tavola (cm. 107×84)
Città del Vaticano
Musei Vaticani
Pinacoteca vaticana
1472-1474 

Immagine privata vietata riproduzione 


Questo dipinto sembra che facesse parte della Pala nella Chiesa di San Francesco a Pesaro. 

 Qui vediamo una composizione diversa dal solito dove il Cristo non è centrale ma laterale. 

Giuseppe d'Arimatea regge il corpo morto, Nicodemo ha in mano l'ampolla con l'unguento mente Maria Maddalena lo spalma sulla mano del Cristo. 

Una scena intima che racconta uno dei momenti più importanti della morte di Gesù, dove il sacro si fa familiare, colmo di interiore umanità di fede. 


Grazie a tutti. Ciao. 

Commenti

  1. Opere fantastiche.Buon fine settimana.

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    1. Vero. Grazie Olga! Buon fine settimana anche a te. Ciao.

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  2. Valeria carissima tu sei cresciuta in un ambiente dove si respirava arte e questo è magnifico!
    Hai quindi appreso tecniche e segreti anche dai tuoi suoceri, praticamente come se fossi in una bottega!
    Che bello. È giusto che tua suocera ti abbia ricompensato in quel modo, lo meriti.
    La mia passione è davvero grande ma non ho avuto possibilità ed opportunità vere nel campo purtroppo.
    Per cui qui, se posso o riesco, metto tutto ciò che conosco oppure imparo a riguardo.
    Sono molto contenta che tu abbia tanto gradito.
    Andrò a conoscere questo particolare artista, grazie di cuore per il suggerimeno. Bacio enorme e buon fine settimana. Ciao.

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  3. Hai ragione, stai parlando degli artigiani, di quella cultura manuale e preziosa che è quasi scomparsa. Grazie per questa carrellata di immagini e cultura dedicata al talento e all'arte con cui ci hai deliziato. Buon sabato sorella cara.

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    1. Sì ma soprattutto di botteghe ed artisti che non sono minimamente considerati e che hanno talenti oggi inutilmente buttati al vento. Cosa che un tempo aveva un valore inestimabile.
      Grazie e buon Sabato anche a te, ciao Mari! 💚

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  4. Questi capolavori sono eterni. Oggi nella civiltà del consumismo l’artista non viene più considerato,oggi tutto deve essere buttato, non si riesce proprio più a comprendere l’ambizione creativa di un artista. Un abbraccio, Pia!

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    1. Esattamente Caterina, spero di averne in qualche modo spiegato l'importanza. Abbraccio infinito a te, grazie!

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  5. Doscorso interessantissimo. Un tempo quando si seminava poi si raccoglieva. Certo: non ho nostalgia di quei tempi dove tutto era in mano ai signoronni, ma almeno c'era la ricerca dell'arte che ci ha lasciato un patrimonio immenso.

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    1. Proprio così. Il talento aveva un valore ed i signoronni pagavano bene. 😉
      La parte finale del tuo discorso lo quoto in pieno. 👌
      Ciao Alberto, grazie!

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  6. Eh beh, qui parliamo di artisti fra i più significativi di quella che è stata un'epoca d'oro per il nostro paese.
    Le botteghe dell'arte oggi purtroppo non sarebbero più concepibili neppure a livello concettuale, oggi giorno si pensa che l'arte nasca solo dall'immaginazione, senza che la tecnica pittorica abbia una gran rilevanza...

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    1. Ebbene sì Ariano.
      Sembra che per l'arte tutto sia un gioco ed invece... Grazie!

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  7. Grandi artisti, opere che sfidano i secoli. Complimenti Pia!

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    1. Già, proprio così Felice. Qualcosa che ormai è divenuta una rarità. Grazie di cuore!

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  8. Bellissimo post, una boccata d'ossigeno in questo momento dove l'aridità dell'anima sembra essere un male inarrestabile.

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    1. Grazie Daniele.
      Penso che sia nostro dovere tirar fuori il positivo, non disperderlo e metterlo in evidenza più che mai. 😉
      Abbraccio forte!

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