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Lunedì in Arte: Siena - II parte (Condiviso anche in Espressioni- Angoli di Web sul blog)

 

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Espressioni 

'Scrittura, poesie e racconti con arte
di Pia R. Scalzullo'

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Continuando il nostro viaggio insieme, dal Cortile del Podestà detto 'Androne', col suo colonnato dove si ergono grandi trifore a sesto acuto, 


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mi dirigo verso il Museo Civico. Una porticina laterale, con una scala in ferro che porta verso il paradiso artistico, e il cuore mi batte a mille mentre l'emozione sale.

Qui si entra nel regno della grande Scuola Senese, con le opere dei suoi artisti. Tutto dal '300 al '800. 


Ambrogio Lorenzetti 

Madonna col Bambino 

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Scultore senese 

Crocifisso 

Ultimo quarto del '300 
Legno intagliato, dipinto e dorato 

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Jacopo della Quercia e Bottega 

Santo Vescovo 
1371/1438 

Legno intagliato e dipinto in policromia 

Sant'Antonio Abate 
1371/1438 

Legno intagliato e dipinto di bianco 

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Jacopo della Quercia e Bottega 

Sant'Antonio Abate 
1371/1438 

Legno intagliato e dipinto di bianco 

Santo Vescovo 
1371/1438 

Legno intagliato e dipinto in policromia 

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Entro così nella Sala del Risorgimento. Qui le pareti tutte affrescate ricordano la vita e le gesta di Vittorio Emanuele II, primo sovrano dell'Italia Unita. 


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Nella sala successiva incontro quella detta Sala di Balìa. Qui i magistrati svolgevano le loro riunioni come organo esecutivo dell'antica Repubblica senese. 

Gli affreschi sono di Spinello Aretino e Martino di Bartolomeo, del '400, e rappresentano la vita di Papa Alessandro III. 


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Dal lato opposto, se non erro, mi ritrovo davanti un bellissimo dipinto dove mi incuriosisce un nome ben evidenziato. Mi sono divertita e ho sorriso perché mi sembra proprio ci sia scritto il mio nome PIA, in posizione centrata. Anche se probabilmente il senso è un altro. 


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Eccola in primo piano. 


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Attraverso la Sala dei Cardinali, dove sono conservati oggetti vari nelle teche, con preziosi scrigni. 

Il dipinto 'Podestà e tre santi' è stato attribuito ad Ambrogio Lorenzetti, dipinto intorno al 1338. 


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Giungo nel Concistoro, la stanza ha un soffitto importante, con sedie e bancone, solo che invece mi attira il dipinto posto sull'entrata. 

Una tela bellissima che rappresenta 'Il Giudizio di Salomone' dipinto dal grande Luca Giordano tra il 1675 e il 1680. 


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E finalmente entro quasi nella sala del Mappamondo. 


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Ma priva mi ritrovo nel Vestibolo, nell'Anticappella e nella Cappella di Palazzo. Questa sala nasce con la costruzione della struttura, tra il 1297 e il 1310 ma furono i Priori a voler offrire questo spazio alla preghiera dei governanti e funzionari, dedicandola alla Vergine Maria. 

Nel 1407 iniziano i lavori e gli affreschi furono affidati a Taddeo di Bartolo, tra il 1415 e il 1428. 

Gli stalli del coro ligneo con i suo stupendi intarsi furono affidati a Domenico di Niccolò e ci furono aggiunte fino al 1500. 



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Giovanni Antonio Bazzi 

Sacra Famiglia con San Leonardo 
1530 

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Ma la Sala del Mappamondo, detta anche Sala del Consiglio, è qualcosa di prezioso. Solo per la sua ampiezza mi sorprende e attira, tutto intorno capolavori talmente belli e preziosi da togliermi il respiro. 



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Qui mi ritrovo davanti alla 

'Maestà' 
di Simone Martini 

realizzato nel 1328. 

E credo che il mio tempo si sia fermato inesorabilmente. Ero ormai come in estasi profonda. 
Ma per davvero, e senza rendermene conto il motivo c'è e ve lo mostro. 

Il tema ripreso dalla 'Maestà' di Duccio di Buoninsegna, che presenta il carattere aulico della cultura figurativa bizantina, in Simone Martini cambia e si evolve in una ritmica gotica, come a voler indicare, nel suo linguaggio 'moderno', una radice di origine greca e non latina. 
Egli è raffinato nella sua interpretazione, con un senso ideale cavalleresco che segna il declino temporale del feudalesimo.  
L'intenzione dell'artista non è più quella di inserirsi in un contesto storico, ma di sollevarsi da esso, al di sopra della realtà. 
I colori qui non sono vivi e fermi nella loro certezza immutabile, ma vibrano e fremono quasi a voler raggiungere una perfezione alta e irraggiungibile. 
Qui non c'è una ricerca nostalgica del passato; qui il moderno vuole raggiungere una spiritualità che supera la modernità per arrivare al di fuori del tempo. 
Le figure e la struttura sembrano porsi fuori dallo spazio, in una dimensione ambigua, tra celeste e terrena. 
Anche Simone, come Duccio, si esprime solo con la linea e il colore; ma è sottile, flessibile e anima le tinte, provocando variazioni chiaroscurali e mutamenti di tinta. Inoltre, non vuole modellare e costruire, ma sfumare, ammorbidire e ondulare le superfici fino all'indefinito. 



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Ma c'è anche il 'Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi', del 1330, attribuito a Simone Martini ma che forse è una copia realizzata intorno al 1400 da un pittore della scuola senese. 

Vediamo il capitano vittorioso, nel quale il maestro Simone mette in risalto la sua marcia con un movimento elegante e garbato, con una cadenza libera e ritmata come quella di una canzone. L'orizzonte sembra riprendere l'ondulazione delle curve del cavallo. I castelli appaiono quasi trasparenti, mentre il nostro condottiero porta su di sé colori vivi e vibranti, nei quali sono esaltati i motivi araldici, espressioni tipiche di un'anima eletta che dà forma alla poesia. 

Al di sotto ci troviamo di fronte alla più antica opera affrescata del palazzo risalente al 1314. 
È stata attribuita al grande Duccio di Buoninsegna. 
Si tratta della sottomissione del castello di Giuncarico a Siena. 

'Presa di un castello'. 


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La mia soddisfazione di aver visto tutto ciò è grandemente espressa in questa foto. Felicità e gioia immensa. 


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Purtroppo, non sono riuscita a vedere la Sala della Pace con gli affreschi del Lorenzetti. Credo fosse in restauro. Questo mi è dispiaciuto immensamente, perché non so se riuscirò a tornare per ammirarla con la sua 

'Allegoria ed Effetti del Buono e Cattivo Governo'. 


Immagine dal web 


Uscendo e salendo una ripida scala, raggiungo la 'Loggia dei Nove' dove la vista mi regala questi scatti. 

Che meraviglia Siena! 



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Qui si conclude questa visita preziosa, ma la città ha in serbo altre meraviglie che vi racconterò in seguito. 
Grazie a tutti e a presto. 


P.S. alcuni riferimenti provengono da testi privati.  

Commenti

  1. Concordo su Siena, una città da visitare e riserva tante sorprese. Grazie per la condivisione nel mio blog e sereno giorno.

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    1. Hai ragione Vincenzo, più in là le sorprese arrivano.. e che sorprese! Grazie infinite a te che mi ospiti. Buona giornata, ciao.

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  2. Grazie per questa stupenda passeggiata nell'arte.
    Felice giornata, un abbraccio
    enrico

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    1. Grazie, Enrico. Fa piacere detto da un estimatore dell'arte come te. 😉
      Abbraccio enorme, buona giornata! ❤️

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  3. Cara Pia, questa mattina ho fatto un bellissimo giro per Siena, città stupenda e ricca di tesori ! Io ci sono stata due volte ma sono trascorsi diversi anni dall'ultima volta e non la ricordo più bene , mi ha fatto piacere rivedere tante opere che avevo già ammirato in passato !! Ciao cara !

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    1. Hai fatto bene a visitarla più volte. Io ho paura di non poterlo fare e quindi ho voluto conoscerla in modo completo e approfondito. Ma ci sono sempre le sorprese. 😉 Vedrai.
      Ti abbraccio fortissimo e grazie Mirtillo!

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