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Il racconto dei poveri: La luna e la pietra (Condiviso anche in Espressioni- Angoli di Web sul blog)

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'Scrittura, poesie e racconti con arte
di Pia R. Scalzullo'

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La luna e la pietra 


Di questa storia non sono diretto testimone. Non potrei esserlo per vari motivi. 
Eppure è accaduto. Lo leggiamo nei loro occhi, in quelli dei poveri, ma soprattutto negli sguardi di chi ha vissuto una guerra. La conseguenza di queste terribili lotte e soprusi è l'insieme di tutti i mali che l'uomo subisce e che nessuno riuscirebbe a sopportare. Eppure... Ma andiamo con ordine. 
Non inserirò nomi e lo farò intenzionalmente, perché non ha importanza la nazionalità o il nucleo sociale. Tutto ciò può accadere a chiunque stia vivendo certe situazioni. 

Li vedeva tutti i giorni, in fila per ogni cosa: riso, acqua, farina, sale e zucchero, ai loro occhi era oro prezioso e raro. Non avevano altri desideri, perché già questi lo erano e spesso non si avveravano. 
Persone che mai si arrendevano e li ammirava (già, proprio così, li ammirava) da lontano, dietro quel bancone degli aiuti umanitari, dietro a quella piccola finestra con i vetri sbarrati; perché era pericoloso. Gli assalti erano all'ordine del giorno. Tanta gente era affamata e purtroppo, in questi casi, la ragionevolezza si perdeva. 

Ma questa è la storia di un'amicizia. 
Due bambini di diversa fede, di diversa nazionalità, di diverso mondo sociale, di diversa legalità. 
Vivevano in zone separate per questo; solo che, sul calare della sera, mentre tutti si riposavano attendendo la notte, loro sgattaiolavano di nascosto per incontrarsi nello stesso luogo. 
Fuori dai limiti di zona esiste un campo incolto, ma nascosto e circondato da macerie, con al centro un grande masso di pietra stranamente e perfettamente circolare. 
Nel ritrovarsi in quel luogo, giocavano e lo facevano a modo loro. 
Il giovane uomo lo sapeva e, come poteva, li proteggeva, difendendo la loro anima infantile e pura. Così li osservava a distanza. 
Tutto era così commovente che a volte qualche lacrima solcava il suo viso. 
Si trattava di attendere il sorgere della luna. I due ragazzini seduti sul masso si scambiavano i loro sogni e segreti. 
Ma lo facevano in modo originale e colmo di matura sensibilità. 
Quando la luna circolare inondava di luce la pietra altrettanto circolare, i ragazzi, considerandola una magia, a turno si alzavano  e si sedevano sul masso esprimendo desideri. Se si trattava di qualcosa di terreno e realizzabile, la pietra vinceva e uno di loro restava in piedi sul masso; altrimenti, se si trattava di un sogno ai loro occhi impossibile, la luna vinceva e uno di loro si sedeva puntando il dito verso di essa. 
Quel che accadeva lì era di una bellezza infinita. 
Lui li vedeva alzarsi e sedersi tante di quelle volte, che non riusciva a comprendere come facessero a resistere tanto. Li vedeva sorridere e ridere se tutto era possibile e rattristarsi o addirittura piangere se non lo era. 
Alla fine c'era anche un vincitore. 
Chi si fermava per primo non vedeva realizzati i propri sogni. 
'La luna e la pietra', questo era il nome, ed era l'unico divertimento che li allietava prima di tornare alle loro case, verso un nuovo giorno colmo di sacrifici e sofferenze, ma anche di innocenti sorrisi. 


Pia R. Scalzullo 



Immagine dal web. 
Modificata da me. 

Commenti

  1. Un racconto che insegna il grande valore dell'amicizia, che supera guerre, divisioni e sofferenza.

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    1. Questo racconto ha risvolti molto importanti e particolare ma in linea di massima è proprio come scrivi. Grazie infinite Vincenzo. 😘

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