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Manipolazioni sul lavoro

 

Immagine dal web 

Le imposizioni sul lavoro. Le manipolazioni che i superiori applicano per farvi apparire diversi da ciò che siete. 

Vi è capitato? Vi va di parlarne? O meglio scriverne? 

Come si può fare per divincolarsi da certe situazioni? 

Oggi vi propongo questo. Chissà se si ha il coraggio di discuterne? 

Grazie a tutti. Buon Martedì. ❤️ 

Commenti

  1. Ciao Pia, da qualche mese sono fuori dal mondo del lavoro e ne ho una visione più "distaccata", meno condizionata dalla quotidianità, quasi sempre negativa.
    Ho lavorato in una piccola realtà (sia come azienda che come comunità) non ho mai subito tentativi manipolatori (la personalità dei superiori non era "alta", impormi, nei limiti concessi ad un dipendente, era facile) le imposizioni invece c'erano, anche se mai hanno varcato confini dell'educazione.
    Come fare per divincolarsi da certe situazioni? Difficile dare una risposta, le variabili sono moltissime, la precarietà del posto di lavoro, il rapporto con i titolari (i miei superiori erano i proprietari dell'azienda, niente figure intermedie) la personalità ed il carattere di ognuno di noi, la fondamentale questione del fatto che il lavoro ci piaccia o, al contrario, sia solo una fonte di reddito nel grigiore generale.
    Avevo una certa autonomia, uno spazio di manovra, ma ha rendere "penoso" l'andare al lavoro era il livello culturale dell'operaio medio di un paesino della bergamasca.
    Se andava bene l'argomento migliore era il calcio, altrimenti emergeva la volgarità (maschi e femmine sono alla pari) il razzismo, ed il pettegolezzo, ecco perché ero additato come una persona taciturna, riservata e asociale (non ho mai partecipato a cene aziendali o simili).
    Questo mio atteggiamento, che mi veniva naturale, probabilmente come difesa dal nulla che mi circondava, mi ha aiutato ad impedire che quelle manipolazioni, di cui hai parlato, non andassero a buon fine, certo queste barriere hanno impedito la nascita di rapporti di amicizia (anche se non vedo come potessero avvenire) ma in fondo sono state preziose.
    Chiudo sottolineando che spesso i problemi sono presenti anche per colpa nostra, io per primo non sono esente da responsabilità, lancio anch'io un quesito: l'atteggiamento è una difesa dal contesto o il contesto è frutto di un particolare atteggiamento?
    Un abbraccio, buona giornata.

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    1. Hai scritto un commento superbo caro Romualdo e ti ringrazio tantissimo.
      I rapporti di lavoro sono variabili e spesso non si può generalizzare. Nel tuo caso hai indicato il tuo atteggiamento che era di rispetto nei confronti dei tuoi diretti superiori. Almeno ho compreso questo e se la cosa era reciproca ovviamente soprusi e manipolazioni non potevano esistere. Il carattere forte o remissivo non dovrebbe mai influire sul senso di rispetto. Il tuo era un lavoro di dipendente privato invece forse le cose cambiano in abito pubblico e sociale. Quel che mi preoccupa è la dignità dell'individuo che spesso viene calpestata senza ritegno da chi ha alti ranghi. E vieni manipolato a volte nel provocare reazioni che non corrispondono alla propria realtà. Spesso si reagisce per essere rispettati e questo nessuno lo può sapere se non conosce tutti gli eventi e le situazioni provocate con la manipolazione. Chissà se qualcuno ne ha subito e può raccontarlo. Sarei curiosa di sapere come è riuscito o riuscita a svincolarsi. Grazie carissimo. Buona serata.

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  2. Io ho avuto una pessima esperienza per alcuni anni con una ditta di spedizioni marittime in cui chi gestiva cercava sempre di colpevolizzarmi e convincermi che qualunque problema ci fosse in una spedizione fosse "colpa mia" anche se palesemente io avevo organizzato tutto nel modo conforme e gli imprevisti erano piuttosto dovuti alle normali incertezze dei trasporti e a bugie clamorose dei fornitori di servizi (che, per inciso, non avevo certo scelto lui ma lui) che arrivavano a mandare conferma scritta che si sarebbero presentati il giorno X alle ore Y a ritirare la merce e poi, senza alcun pudore, non si presentavano. E il mio superiore dava la colpa a me anche in questi casi, anziché prendersela col fornitore. E quando facevo notare che un fornitore inaffidabile va assolutamente cambiato mi diceva di no, mi diceva che dovevo lavorare con quelli e che dovevo "farmi rispettare" e (ovviamente) la colpa era mia perché non ci riuscivo...
    Posso garantirti che è stata un'esperienza allucinante, ho avuto un esaurimento nervoso per colpa di quel maledetto. Quando, dopo anni di attesa, ho finalmente trovato un altro lavoro e li ho mollati, sono rinato. Ho ritrovato la salute. E come soddisfazione finale, ho saputo che un paio di anni dopo che io mi sono dimesso la ditta in questione era fallita.

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    1. Ecco. Bravissimo Ariano, intendevo proprio questo. Grazie davvero di averci raccontato questa tua, a dir poco, pessima esperienza lavorativa. Allucinante aggiungerei io.
      Tu hai risolto andandotene altrove e meno male altrimenti saresti stato licenziato anche senza preavviso, chissà.
      La ditta fallisce sempre in questi casi secondo me. La giusta punizione. 😁
      Ciao e buona serata!

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  3. Ho la "fortuna" di lavorare nel pubblico dove tra tante problematiche almeno non ho mai dovuto affrontare la manipolazione. Per fortuna ho sempre lavorato con gente corretta che mi chiedeva e mi chiede di fare solo quello che si può fare. Ecco, magari c'è stato qualche (raro) collega un po' furbetto che ha provato a farmi prendere qualche scorciatoia, ma son la faccia da "fesso" mi son sempre sottratto anche a costo di passare per il fessacchiotto che lavoro di più di quello che potrebbe. Ma è stata cosa sporadica, che ormai di gente così c'è n'è gran poca

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