Quel che gli occhi vedono
Un piccolo pennino appoggiato sul foglio. Un telecomando inusato ormai, una minuscola piantina dal nome dimenticato e mezzo ingiallito. La candela profumata, il sasso del ricordo di un giorno passato e felice. Un minuscolo nanetto in ceramica dal buffo visino.
Lo sguardo girava e girava e non si fermava su qualcosa in particolare. Perché gli occhi ora vedevano altro.
Il passato, lì davanti, stava lasciando il passo al futuro.
Cosa si sarebbe aggiunto su quel piccolo piano privato.
Al centro spiccava il suo portatile. Chiuso ma pronto per l'uso che da lì a poco ne avrebbe fatto. Perché ormai era il tempo. Il giusto momento per iniziare a dare forma a ciò che in tutti questi anni aveva sparso tra i cassetti del suo realizzare.
Quindi fece il solito gesto scaramantico, quello di alzarsi le maniche e iniziò.
Il suo futuro ora si portava avanti, il percorso non era mai stato cosi chiaro come in quel momento.
Le parole presero la rincorsa.
Quindi fece il solito gesto scaramantico, quello di alzarsi le maniche e iniziò.
Il suo futuro ora si portava avanti, il percorso non era mai stato cosi chiaro come in quel momento.
Le parole presero la rincorsa.
Si era organizzata bene, doveva solo ordinare ogni cosa e tutto avrebbe preso forma.
Quello che sarebbe accaduto in seguito non aveva importanza perché ciò che più le interessava era essere riuscita a sbloccarsi.
Appena ebbe finito un sospiro e gli occhi, i suoi occhi ormai non erano più persi su oggetti sparsi del passato.
Appena ebbe finito un sospiro e gli occhi, i suoi occhi ormai non erano più persi su oggetti sparsi del passato.
Ora lo sguardo oltrepassava muri e distanze. E già vedeva, non più ninnoli ma spazi e mari e distese terre.
L'avventura era iniziata. Finalmente il percorso lo costruiva lei.
Pia
Pia
Mi sembra quasi la mia scrivania, col pc, foto, piantine, addirittura il telecomando che accende gli altoparlanti esterni, l'immancabile blocco con la penna (a sfera però), dove tante idee transitano prima di diventare pixels luminosi, e quegli scenari che partono da dentro e oltrepassano ogni confine, ogni galassia, quando sentono quel bisogno irrefrenabile di cercare spazio.. buone fiabe Pia!
RispondiEliminaSemplicemente grazie Franco! ♥️
EliminaConosco la sensazione, l'ho provata in passato (e superata allo stesso modo del tuo racconto) ma essendo ricorrente ogni tanto ritorna e... spero di superarla anche stavolta ;-)
RispondiEliminaVero Ariano capita s tutti e spesso si ripete. 😉 Ciao carissimo! Grazie.
EliminaCiao Pia, condivido il pensiero di Franco. Nel tuo racconto mi specchio moltissimo.
RispondiEliminaBuon fina settimana
Rachele
Ciao Rachele carissima. Mi fa piacere che ti piaccia il pensiero di Franco. Grazie!
EliminaCi rispecchiamo tutti tantissimo. Vero.
Buon fine settimana anche a te! 🥰
Per i miei occhi le diottrie delle lenti aumentano col trascorrere del tempo ma la fantasia e i ricordi non hanno bisogno degli aiuti tecnologici, esempio monitor PC più grande, perché Fantasia ci vede benissimo e Ricordi continuano a brillare.
RispondiEliminaBel post cara Pia GRAZIE.
Felice weekend, un abbraccio
enrico
Lo sguardo vaga non ha bisogno di lenti. La Fantasia vive per sempre, a volte anche nei Ricordi.
EliminaGrazie infinitamente a te Enrico! Abbraccio grande e felice fine settimana. ♥️
Le mie idee sono più che altro bolle di sapone che galleggiano in aria e scoppiano all'improvviso. Arrivano quando arrivano, così più che una scrivania con computer ed oggetti (che comunque c'è) ho un'agenzia da portare sempre con me.
RispondiEliminaBellissima la figura delle bolle di sapone! 😍🥰♥️
EliminaIn effetti è come scrivi e forse intendivi dire "agenda" e non agenzia?...
Comunque sia è giusto farlo, specie se non si ha altro con sé per fermare quelle idee.
Ciao e buona giornata Alberto.