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Progetti e progettisti, differenze in atto.

 

Nel mondo architettonico ed ingegneristico stiamo avendo dei grossi cambiamenti. 

Attualmente sembra si stiano realizzando idee, progetti e particolari studi che riguardano la connessione tra l'abitare e l'ambiente, tra l'uso dei vari strumenti specialistici di base e la tecnologia con mezzi di programmazione altamente elaborati. 

È come se fosse in atto, in termini progettistici, una rivoluzione tendente all'eliminazione dell'elaborato umano. 

Tutto è basato su estreme precisioni di calcoli, linee, spazi e blocchi ambientali. 

Sembra che si voglia eliminare dalla faccia della terra il sentimentalismo, l'imperfezione umana e romantica, l'idealismo utopico, in poche parole il sogno semplice e banale (che in realtà non è). 

Questa è ovviamente la mia personale percezione che provo, ultimamente, osservando le nuove progettazioni in corso nel mondo. 

Certo è che in cambio abbiamo avuto degli artisti straordinari. 

Come la splendida Zaha Hadid. 




Intelligente, geniale fuori dagli schemi. Che ha dovuto impegnarsi moltissimo per venire fuori. Combatteva contro chi amava i suoi progetti ma li riteneva troppo elaborati e per questo difficili da realizzare. Lottando contro chi desiderava più progetti su carta che realizzati. Lottando molto probabilmente perché donna e  dunque ancor più ostacolata. 

Ma era anche figlia di un grande imprenditore. Questo secondo me le ha dato una chance in più. E a dirla tutta, se questo è servito a far conoscere appieno il suo talento, ben venga. 

Amante delle linee curve che hanno bisogno di studi approfonditi circa il materiale da utilizzare e gli annessi calcoli ingegneristici importanti. 


Leeza Soho Tower 
Zaha Hadid Architects 

Pechino (Cina) 

Edificio di 207 piani, il più alto del mondo (190 m.) 
Ha la particolarità di ruotare su se stesso di 45 gradi,
 allineandosi all'asse est-ovest di Lize Road. 


Questo solo per fare un esempio. 

La tendenza oggi è diversa. 

Spesso i progetti sono affidati a gruppi di associati architetti/ingegneri dove un singolo "artista" realizza l'idea di base, mentre lo sviluppo dell'elaborato proposto viene suddiviso affidandolo ai vari colleghi, ognuno con una grande professionalità in un singolo settore. 

Quel che mi spaventa è l'omologazione. 

Ma anche il controllo estremo fino ad arrivare alla freddezza di una struttura. Inconcepibile per me. 

Non so come la pensano gli esperti nel settore, magari sto sbagliando, anzi spero di sbagliarmi. 

Forse si corre e si velocizza troppo, forse il futuro avrà ulteriori cambiamenti come quelli già in atto. Come ad esempio l'ologramma. 

Vorrei solo che non si perdesse di vista la genuinità di un progetto che abbia come primo protagonista l'uomo e la sua sensibilità. 


Intanto vi ringrazio per essere arrivati a leggere fino a qui. 

Buona giornata, ciao. 

Commenti

  1. Siamo già instradati sulla via che paventi. Siamo standardizzati, ci piacciono le stesse cose, apprezziamo l'arte con l'etichetta, andiamo tutti nella stessa direzione preoccupati solo di rimanere in sella allo stesso cavallo, mangiamo secondo la moda e consumiamo tutti gli stessi pasti, diamo retta ad influencer di cui sappiamo solo il numero di followers e ci sentiamo a posto solo se allineati. Anche il "mi piace o non mi piace" tiene d'occhio la tendenza del momento e la creatività l'abbiamo lasciata agli autorizzati. Omologazione e arte, doverosamente in eterno contrasto, paiono destinati all'allineazione.
    Buona giornata Pia.

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    1. Bravissima Sari, hai ragione su tutto.
      La creatività oggi sembra solo frutto di grande apparenza.
      Questo unire l'omologazione all'arte mi spaventa. Non voglio assolutamente che accada. Spero i giovani ci ascoltino per cercare di cambiare rotta. Buon Sabato a te, grazie! 😗

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  2. Zaha Hadid è uno dei pilastri fondamentali dell'architettura intesa come arte visionaria, temo però che sia stata tra gli ultimi a "mettere" l'anima e il cuore nelle proprie realizzazioni.
    Hai perfettamente ragione, l'architettura contemporanea, da non confondere con quella dei vai Calatrava, Piano ecc. che fanno parte di un recente passato glorioso (anche se sono ancora in attività) sembra seguire una sola strada, un binario prestabilito dove tutti s'incamminano.
    "Non so come la pensano gli esperti del settore", tu in quanto tale hai già dato la tua opinione (in quanto amante dell'arte hai una concezione dell'architettura che molti architetti "moderni" non hanno).
    Questo post mi ha riportato alla mente un incontro di un paio di anni fa, ho rivisto un amico dopo tanto tempo e con lui c'era il figlio da poco laureato in architettura, parlando della mia passione per l'arte ho notato con sorpresa che nel ragazzo non vi era traccia di concezione artistica, al momento l'ho trovato solo un po' strano per un architetto ma ora, alla luce delle tue parole, mi rendo conto che questo potrebbe essere il vero problema della nuova generazione di architetti, più impegnati a costruire grattaceli sempre più alti dimenticandosi di riempirli sentimentalmente.
    Grazie per l'ottimo spunto, buon sabato.

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    1. Sto cercando in tutti i modi di seguire il nuovo andamento architettonico ed ingegneristico. Fino ad ora ho solo notato progetti di disegni magnifici mai realizzati, dove si accusa la mancanza tecnologica per attuarli realisticamente. Io non credo sia così e con Hadid ne abbiamo la prova.
      Ho notato come siano molto quotati ultimamente i progettisti giapponesi. Nulla da dire, anzi, forse dovremmo fare come loro e cercare di carpire in ogni modo il loro modo di lavorare e mettere in pratica. Ma si esagera se si vuole mettere da parte ciò che la storia dell'architettura ci insegna. Io l'ho studiata per ben 7 anni Romualdo e non ho mai smesso perché l'adoro ma mi provoca dolore vedere quanto certi studi oggi siano messi da parte. Senza storia non serve a niente la tecnologia e l'innovazione e le motivazioni sono quasi infinite.
      L'esempio del figlio del tuo amico è lampante purtroppo.
      Geniali forse ma i nuovi ragazzi delegano troppo all'uso della tecnologia, dei vari programmi e programmini che spesso appiattiscono qualsiasi valida idea. Ovviamente questo non vale per tutto. A volte aiutano anche a sviluppare nuovi pensieri grandi ma la mente deve essere sempre e solo quella umana, il motore principale la sensibilità.
      Grazie a te carissimo, buon Sabato. Ciao. 😗

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  3. Concordo con il tuo pensiero, Pia. Le nuove strutture sembrano prive di essenza umana. Caratterizzate da grandi spazi, lineari, semplici, mancano della tipica complessità umana.Forse perchè ci si sta affidando troppo ai software e alle app e non è un caso se si somigliano tutte. Ovviamente non vale per architetti quali Zaha Hadid o Calatrava. Quest'ultimo mi piace particolarmente e lo apprezzo anche come scultore. Ho avuto modo di vedere anche una sua mostra a Napoli al museo di Capodimonte che mi è piaciuta davvero tanto, eccezionale. Ad ogni modo, come dice giustamente Romualdo, questi artisti appartengono già al passato anche se sono contemporanei. Ma dove ci porteranno le nuove tecnologie? Ci stiamo omologando troppo a mio avviso. Ma lo stesso vale per le stampanti 3d nell'artigianato. Ormai usate quasi da tutti gli artigiani, già superstiti di un mondo in via d'estinzione. Di questo passo l'artigianato scomparità, perchè questa ricerca ossessiva della perfezione cancella quella che è l'impronta peculiare dell'artigianato, ovvero l'imperfezione, l'imprecisione. Ormai questa strada è stata già intrapresa e credo che difficilmente si tornerà indietro. Grazia Pia di questo post, un grande abbraccio, buon fine settimana.

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    1. Ciao Catetina.
      Eh, Calatrava... se sapessi quanto lo amo... è tra i primi architetti di cui ho scritto nel mio vecchio blog. Se sapessi quante critiche sul suo ponte a Venezia e su come ho cercato di farlo comprendere pienamente difendendo le sue idee e spiegando proprio dei difetti elencati. Vabbe' questa è un'altra storia. Brava tu che ne hai ammirato anche una mostra.
      Che fine ha fatto l'originalità proveniente anche dai difetti unici di ogni artista. Boh!
      Dobbiamo ritrovarla al più presto altrimenti l'Arte muore.
      Questo credo e penso.
      Grazie a te della tua approfondita opinione. È sempre un piacere leggerti.
      Buona serata e fine settimana. Abbraccissimi!

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  4. Parlo da profano rispetto alle vostre competenze, ma non mi sembra di percepire l'omologazione nell'arte, e anche nella architettura di strutture abitative, anzi, spesso andiamo verso l'ardito, l'impossibile ed il concettualmente astruso - riferendoci a canoni abituali - e ovviamente fa capolino la freddezza, l'algidità di molte strutture, forse omologate in questo, in una certa perdita di anima, di calore.. ma allora sfatiamo tutto il discorso sull'interpretazione che spesso si tende a giustificare per valorizzare opere d'arte al limite di ogni comprensione. Credo ovvio che su quella falsariga, anche un palazzo ad uso abitativo, prenda al piega dell'anticonvenzionale. Ma è un mio punto di vista.

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    1. Franco ciao.
      Ma l'omologazione di cui ho scritto, se leggi bene, riguarda proprio questo tuo discorso di esagerazione che è dovuta all'uso della tecnologia. Usando concetti per spiegare e comprendere e che invece induce l'opera alla freddezza ed impersonalità.
      Hai praticamente confermato ciò che intendevo scrivere in questo post. Bisognerebbe tornare all'artigianale, all'imperfezione proprio per evitare la fine della genialità artistica.
      Quindi il tuo punto di vista è super valido direi. 😉

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  5. Non ho mai nascosto la mia ignoranza assoluta in tutti i campi e in architettura e arte in particolare ma sono sempre rimasto affascinato dalle foto (purtroppo non ho mai visto gli edifici) che mostrano le opere di Zaha Hadid. Mi hanno colpito in modo particolare L'Heydar Aliyev Center dell'Azerbaigian e spero di poter vedere la stazione marittima di Salerno, almeno questa è in Italia.
    Buon weekend cara Pia e grazie per questo interessantissimo post.

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    1. La cara Hadid ne ha realizzati tanti. È vero, magnifico anche questo complesso. La stazione marittima non l'ho mai vista, cavoli devo proprio organizzarmi per andare a vedere... 😀
      Felice Weekend a te, grazie Enrico!

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  6. Ma poi queste costruzioni figlie di un mondo che va di fretta, troppo di fretta, quanto dureranno?

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    1. Ciao Alberto. Non posso prevedere, in effetti credo che possano durare tanto se sono tecnologicamente ben realizzate. Staremo a vedere. Abbraccio e grazie!

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  7. o ci omologhiamo o dobbiamo distinguerci ..non c'è via di mezzo .
    poi chi va più in alto o chi realizza estremismi diversi ..
    insomma non vedo chi fà un qualsiasi progetto senza omologazione o distinguendosi ,
    che alla fine è la stessa cosa ..non devo entrare nel comune ,devo esser quello /a di cui parlano ..
    mi manca un visionario che vada controcorrente senza chinarsi al Dio denaro e al pensiero comune .
    ciao

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    1. Ciao Tissi. Magari ci sono quelli geniali ma oggi si punta ad altro.
      L'uso tecnologico lo apprezzo molto ma forse si sta perdendo di vista qualcosa di molto importante come se stessi ed il proprio valore. Forse...
      Grazie e buona serata.

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  8. In realtà non credo che possa succedere poiché per fortuna l'architettura è arte. Credo che quando lo stile tenderà troppo all'omologazione, qualche architetto proporrà uno stile apparentemente antiquato ma più "caldo" e accogliente. E in fondo nella storia dell'architettura sono molti i casi in cui si è fatto un "revival" degli stili dei secoli precedenti.

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    1. Non sono mai "revival" caro Ariano. Almeno io la penso così.
      Però se ci si allontana dalle verità artistica c'è sempre stata la tendenza a mettere ben in evidenza la storia dell'Arte delle origini nella sua purezza. Se intendevi questo hai assolutamente ragione.
      Il problema è il fascino che esercita oggi la tecnologia. Mi spaventa che possa talmente influenzare da sostituire il vero talento che è molto lontano dal tecnologico. Ovviamente è sempre e solo un mio parere. Ciao Ariano e grazie per questo tuo intelligente intervento.

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  9. Non mi appassiona questa architettura fredda, ridondante, fallica ed imponente. Non sono uno che apprezzerebbe Dubai per fare un esempio, ma è una mia opinione del tutto personale ed tecnica, opinione di uno che poi ama l'arte moderna ma forse meno la sua architettura.

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    1. Daniele grazie! Infatti Dubai non la amo anch'io. E non solo per l'archittettura, anche per la troppa artificiosità e scarso gusto estetico. Mi dispiace dirlo ma è così. C'è eccesso in tutto e proprio non mi corrisponde.
      Ma se il talento è richiesto anche lì a me non dispiace ma è molto raro.
      Abbraccio!

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