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Giochin giocando: la vita appesa ad un filo

 


Oggi desidero proporvi un breve 

incipit

Il tema è nel titolo: 

La vita appesa ad un filo


Quanti di noi vivono oppure hanno vissuto momenti come questo. Quanti conoscono oppure hanno conosciuto persone che sono in balia di ciò che presto finirà oppure no, tra illusioni e speranze. 

Lo so l'argomento è forte però voglio proporlo perché sento che oggi accade sempre più spesso, con tutto ciò che viviamo attualmente in ogni dove. 

Quindi se volete esprimere solidarietà, pensieri, le vostre impressioni e sensazioni, qui lo potete fare. A modo vostro, con i vostri tempi e le vostre parole. 


Immagine dal web 


Per cui ecco per voi: 


"Mi sono tolto quel soprabito, di corsa, senza riflettere. 

Avevo bisogno di pochi attimi per riprendermi. Bastava solo stendermi sulla poltrona e non pensare. Solo per un secondo. 

Non avevo compreso ancora bene cosa fosse accaduto. 

Ora però non volevo pensarci... " 


Continuate voi e buon divertimento. 

Commenti

  1. La risonanza magnetica parlava chiaro: non c'era troppo da girarci attorno, bisognava agire e di corsa. Il tempo diventava tiranno. Un solo secondo su quella poltrona a cercare di capire "perché proprio a noi"? Domanda sciocca. Ora c'era da rialzarsi subito e agire. Punto.
    Alle domande esistenziali avremmo risposto dopo..

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    1. Ciao Franco, grazie.
      Agire prima possibile.
      Semplice e conciso.
      Abbraccio enorme e serena Domenica.

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  2. Dopo un intervento apri e chiudi la mamma mi chiese:
    - Andrea
    Quanto mi resta da vivere? non so che mi mise in bocca questa risposta:
    - mamma sa solo Dio quando è la nostra ora, non ci pensare e vivi questa convalescenza con serenità Poi ho pianto tanto cosa che non facevo da anni

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    1. Caro Andrea ciò che hai scritto mi ha colpito molto.
      È vero, spesso diamo speranza a chi soffre mentre noi moriamo dentro.
      Un abbraccio grandioso, grazie!

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  3. Ci sono momenti in cui posso agire, altri in cui è necessario agire, altri ancora dove è meglio restare fermi ad aspettare.
    Ma aspettare cosa?
    Attendere che tutto si risolva, che arrivi dal nulla la soluzione, ma qual è la soluzione?
    Forse non sono in grado di affrontare un problema da solo, o forse è il problema che teme di affrontarmi.
    Sono seduto sulla poltrona, cerco di non pensare, non ci riesco, i pensieri emergono ininterrottamente, mi opprimono, mi schiacciano, mi soffocano, guardo il soprabito che giace scomposto a terra, mi chiedo se il soprabito è il riflesso della mia anima, quello a terra sono io?
    So che non ho molto tempo, devo prendere una decisione.
    Chiudo gli occhi ed ecco che la soluzione arriva dal nulla, non prenderò alcuna decisione, sarà lei a prendere me.

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    1. Momenti difficili colmi di dubbi.
      Una resa che forse resa non è.
      Bellissimo!
      Grazie Romualdo! 😚

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  4. Mia mamma mi ha detto " ho poco da vivere" io non ho saputo rispondere , non so cosa le ho risposto, non lo ricordo più. Sapevo che aveva ragione e, dall'altro capo del telefono, cercavo di non farle capire che stavo piangendo. Ero al mare, in Sicilia, cercavo di trascorrere serenamente quei pochi giorni di vacanza e di stacco, ma pensavo a lei continuamente e non vedevo l'ora di tornare a casa e starle vicino. Ciao

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    1. La constatazione di qualcosa d'inevitabile.
      Una difficile rassegnazione e quella voglia di stare vicino alla persona amata che la lontananza purtroppo acuisce.
      Triste ma molto reale purtroppo.
      Grazie davvero Mirtillo, un forte smack.

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  5. Non me la sento di partecipare, è un gioco molto triste. Passo per un abbraccio grande.

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    1. Vero, un po' triste lo è ma tutto dipende da noi e ciò che vogliamo scrivere. Bacio enorme Mari! Grazie.

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  6. Volevo solo respirare, guardarmi attorno e vedere la rassicurante intimità della mia casa, sentirmi consapevole che ero ancora vivo, che il pergolato era crollato ma, per fortuna, solo pochi secondi dopo che io avevo finito di innaffiare le piante, quando ero ormai di un paio di metri fuori dalla sua ombra, due metri che sono stati la distanza fra la morte quasi certa e l'essere ancora qui, seduto sul divano, dicendo a me stesso che dovrò chiamare un operaio per rimuovere tutti i pezzi di legno accatastati a terra e farli portare via, magari chiedergli come sia potuto succedere...
    Che poi, che vuoi che dica? Un cedimento, un'usura. La tettoia di frasche è crollata, ringrazi Dio che non stava lì sotto mentre è successo.
    Potevo morire, ecco, l'ho detto. Non volevo pronunciare la parola ma a che sarebbe servito evitarla?
    Forse, ripensandoci, dirò all'operaio di portare via tutto tranne i quattro pali spezzati che sorreggevano le frasche. Quelli devono restare, sì. Per rammentarmi quanto siamo precari, quanto poco spazio - due metri, appunto - possa separarci dalla fine di tutto. Quei quattro pali glieli faccio lasciare lì. Anche per ricordarmi che, cazzo, ogni singolo giorno, ogni singolo momento di vita bisogna goderselo sino in fondo.

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    1. Bellissimo Ariano!
      Quante volte ci può capitare di avere incidenti imprevedibili, all'apparenza stupidi, ed invece rischiamo di morire o comunque farci molto male senza rendercene conto.
      Come scrivi, meglio non lamentarsi e vivere la vita con più leggerezza, sino in fondo.
      Grazie e smack!

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  7. Già, l'incontro con il conte mi ha davvero scombussolato.
    Beh, poco male: la vita continua, no? E poi stasera ho gente a cena: sono già qui, sento il campanello.
    Sì, sento che le cose d'ora in poi andranno meglio. Ecco che sorrido, scoprendo i miei lunghi canini, mentre apro la porta ai miei ospiti.
    Scommetto che saranno deliziosi.

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    1. In pratica stai parlando del Conte Dracula!
      E il tuo protagonista é ormai come lui... poverini i suoi inconsapevoli ospiti... ahahahah...
      Grazie Marco, simpaticissimo il tuo scritto.
      Abbraccio enorme e... gustoso... 😁
      P.s. io però avrei aspettato a mostrare i canini... 😆😉

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  8. Avevano avvelenato suo fratello, era ancora vivo ma non più autosufficiente. E tutto era successo in ospedale, dove si dovrebbe essere protetti, salvati, e non pericolosamente messi a rischio di morte. Davanti a sè un lungo periodo di incertezze, di rabbia di inquietudine. Unica certezza non l'avrebbe mai lasciato solo. Era però anche il momento di vendicare tale atto. Partirono alcuni mesi di febbrili contatti per poi decidere di sferrare l'attacco. A chi? A cosa? L'avreste visto presto, penso tra sè Kevin, molto presto...

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    1. Vendetta, tremeeenda vendetta! 😅😁
      Però mafioso questo Kevin... 😃
      Grazie Daniele... sarei curiosa di scoprire il seguito. 😉
      Bacissimi e buona giornata.

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  9. Ok....ferma ..respiriamo ..
    Riprendo in mano le carte ..ma cavolo son sicura ..il conto corrente era a posto .in attivo .non florido .ma non passivo ...
    Guardando le carte l'ansia riprende. Sento una morsa in gola ..ma c'erano soldi ..dove sono andati?? Ho delle scadenze incombenti e..non ho il becco di un quattrino. Anzi sono in rosso contanti zeri!!
    Mi sento soffocare !
    Calma..respira .respira ....
    Cell. ..Numero banca....squilla..non respiro ..son in apnea..mi risponde signora gentile ..ah signora la stavamo per chiamare ..c è stato un grosso problema al nostro sistema informatico....ma stia tranquilla riprestiremo il tutto a breve ..ah tranquilla i suoi soldi ci sono!!
    Chiudo la telefonata e ricomincio a respirare quasi normalmente..mi guardo e mi vedo sfatta..ma che cavolo!! Dico sempre che son solo soldi...si si .
    Ma se spariscono ..son cavoli amari!!

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    1. Simpatico e veritiero.
      Grazie mille Tissi. 🙂
      Buon pomeriggio, ciao.

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  10. Non volevo pensarci, ma era impossibile. Avevo perso il lavoro, quel lavoro che avevo portato avanti con tanto amore. La mia piccola azienda, i sacrifici, i sogni di migliorarsi e di ingrandirsi. E invece a un tratto, come una meteorite, la crisi economica incombeva su di noi. I clienti sempre di meno, i soldi che si vedevano solo dal cannocchiale. Le tasse da pagare. Avevo deciso di chiudere.Non avevo avuto scelta. I miei sogni infranti, il dolore immenso nel pensare ai miei sacrifici inutili. Il giorno dopo sarei stata una donna senza lavoro. Fortuna non avevo bocche da sfamare, nessun bambino avrebbe sofferto. Ma questo pensiero non mi consolava e lì sulla poltrona il mio cuore sanguinava dal dolore.

    Ciao Pia, buona serata.

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    1. Ecco succede anche questo. È molto dura ricominciare da zero.
      Grazie Caterina, sei stata bravissima.
      Un forte smack e buona giornata.

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