Giochin giocando: Incipit artistico
Carissimi amici e lettori del mio piccolo spazio, buongiorno.
Se desiderate divertirvi con me oggi vi propongo qualcosa che molti già fanno nei loro blog.
Per allietarvi, in questa Domenica ottembrina,
vi propongo di continuare il mio
incipit
che avrà in sé un pizzico di arte.
"Stava accadendo. Finalmente!
Davanti a me una vasta zona di terra, sembrava infinita per quanto forse ampia. Percorrevo quel tratto di stradina, battuta e colma di pietrisco, con il respiro a tratti irregolare tanto da farmi girare la testa.vi propongo di continuare il mio
incipit
che avrà in sé un pizzico di arte.
Immagine privata Vietata riproduzione 1998 |
"Stava accadendo. Finalmente!
In lontananza si stagliava uno dei templi più conosciuti e meglio conservati in Italia.
Foto privata Vietata riproduzione 1998 |
Dietro ancora altri.
Ero a Selinunte. Era la mia prima volta.
Mai visto dal vivo e solo sui libri. Ammirati e studiati esclusivamente sulle pagine di un testo.
Vorrei farvi provare questa sensazione. Un misto tra desiderio appagato, gioia, sorpresa, ansia di arrivare a toccare le magnifiche colonne, di poggiare i piedi su quei gradini. E piangevo, le lacrime sgorgavano ed io neanche mi accorgevo di esse.
Mi avvicinavo a passo sostenuto e vedevo quella piccola struttura in lontananza divenire sempre più grande, sempre più come l'avevo immaginata...anzi no, era davvero grandiosa, solenne. Non era così nei miei pensieri. Questa era oltre ogni immaginazione. Immensa, forte, nonostante il tempo l'avesse resa spoglia ed ormai senza pareti né copertura.
Immagine privata Vietata riproduzione 1998 |
Avevo abbandonato il gruppo con cui ero, mio marito, gli amici. Non mi ero accorta di ciò ma non importava.
Immagine privata Vietata riproduzione 1998 |
Così mi addentrai tra i colonnati, nel peristilio. Qualche gradino ed ecco il Pronao in antis, altri 6 gradini e mi ritrovai nella Cella (Naòs) ed in fondo ad essa, salendo altri 6 scalini eccomi davanti all'Adyton. Brividi! Qui si svolgevano i culti misterici, qui i sacerdoti si preparavano per officiare riti e sacrifici.
Girando intorno all'Adyton mi trovai nell'Opistodomo in antis, il luogo dove di solito si ponevano tutti gli oggetti delle funzioni, come anche le offerte. Era spoglio, forse una volta chiuso in cella.
Non potevo crederci, stavo attraversando un luogo allora sacro. I greci avevano dedicato questo tempio alla dea Hera.
La sua statua di solito era nel Naòs o nell'Adyton.
Chissà qui dove era, un tempo, posta.
Immagine privata Vietata riproduzione 1998 |
Mentre riflettevo su tutto ciò un movimento accompagnato da un debole fruscio mi fecero voltare bruscamente.
Immagine privata Vietata riproduzione 1998n |
Ero sola, pochi erano i visitatori, nonostante la giornata estremamente soleggiata.
Poi un bagliore. Strano. Ero vicino alla parete esterna dell'Adyton. Provai ad avvicinarmi per osservare meglio..."
Immagine privata Vietata riproduzione 1998 |
È un tantino lungo, lo so. Ne valeva la pena però.
Ora tocca a voi.
Ciao. 😘
P.s.
Le foto sono mie. Scattate nel lontano 1998.
Con una semplice macchina fotografica. Niente telefonino.
Erano altri tempi.
E che ricordi.
L'incipit è quasi autobiografico.
Un misto tra ricordi e fantasia.
Voi però non fatevi scrupoli e regalatemi simpatiche continuazioni.
Con affetto.
Pia
P.s.
Le foto sono mie. Scattate nel lontano 1998.
Con una semplice macchina fotografica. Niente telefonino.
Erano altri tempi.
E che ricordi.
L'incipit è quasi autobiografico.
Un misto tra ricordi e fantasia.
Voi però non fatevi scrupoli e regalatemi simpatiche continuazioni.
Con affetto.
Pia
E vidi una figura che si muoveva ondeggiante fra le colonne, parlava forbita in una lingua che non capivo mentre si muoveva e additava ora verso l'alto, ora verso il basso e adesso in direzione mia. Si avvicinava, quasi scivolando a due spanne da terra, e man mano si avvicinava si palesava nelle sue forme sempre meno diafane, trattenni un grido di paura difendendomi con le mani spalancate davanti alla faccia, mi svegliai di soprassalto col cuore che andava a cento. Mi ero assopita seduta contro quella colonna millenaria intrisa di fascino e storia. Mio marito mi stava chiamando .
RispondiEliminasinforosa
Mamma mia Sinforosa, adesso voglio sapere cosa ha visto però...altro che sogno. 😨
EliminaIl marito che la salva è favoloso.
Ciao e grazie! 😀🙋♀️
Cara Pia, bella questa idea, sai io vedo che sono il primo, così non posso imbrogliare e dire forse quello che qualcun altro
RispondiEliminaaveva riconosciuto il poso, ebbene i dico la verità non saprei con esattezza dove dove ai fatto le foto!!!
Ciao e buona domenica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso. Le foto sono proprio del parco di Selinunte. Una mia vecchia visita turistica. Buona Domenica sera, abbraccissimi! Grazie.
EliminaEra il riflesso del sole in uno specchio. Mi girai e sorpresa vidi il mio ragazzo che aveva escogitato quel modo per attirare la mia attenzione. Ero così immersa nei pensieri e nelle emozioni che mi avevano regalato quei monumenti che mi ero completamente dimenticata di non essere sola.
RispondiEliminaSorrisi e lo raggiunsi. Continuammo la visita insieme.
Ciao Mari!
EliminaEh, i nostri ragazzi che ci fanno sempre gli scherzetti...😉
Bellissimo! Grazie e bacio.
Il fruscio si fece più forte. Il bagliore accecante. Strano, però. Io vedevo bene ugualmente al suo interno.. Il fuori non esisteva più.
RispondiEliminaLa figlia di Cronos era là, in mezzo a quella luce sfolgorante e mi sorrideva, elegante e solenne, il poyos sul capo e in mano una melagrana, Me la porse ed io tremai. Era simbolo di vita e morte.
Hera mi sorrise e nella mia mente esplose la sua voce melodiosa. "Non temere!" e in quel momento l'ansia per gli accertamenti che avevo appena fatto sparì. Ormai sapevo che sarebbero ancìdati bene,
Ciaooooo
Che bello Patricia, Hera che ti dona speranza e certezza!
EliminaGrazie di cuore, ciaooooo! 😙
P.s. Non ho capito cosa sia il poyos però...
Sono io che ho copiato male. E' il polos la corona almeno secondo wiki. Però n un ce vedo di nuovo ahhahahahah
EliminaAhahahah...ma dico io non si fa così...Ahahahah...
EliminaSono impazzita per capire cosa significasse! 😂🤣
Abbraccio Patricia e grazie del chiarimento, uffff! 😁😙
Cara Pia, anch'io sono stata in quei luoghi, nel parco archeologico di Selinunte, sono passati tredici anni da allora. Io ho letto il tuo racconto ma non sono brava in queste cose. Lascio continuare gli altri e ti auguro buona domenica.
RispondiEliminaCiao Mirtillo.
EliminaTredici sono tanti ma anche i miei non scherzano. 😁😉
Quindi puoi confermare la realtà storica e naturalistica del mio incipit e delle mie foto.
Chissà ora come sarà, probabilmente è migliorato come sito, almeno spero.
Non è necessario e ti ringrazio del tuo bellissimo intervento.
Felice e serena Domenica sera, grazie e ti abbraccio.
Più mi avvicinavo più l’essere si avvicinava a me, ma tutto era stranamente opaco, vedevo il contorno ma non riuscivo a mettere a fuoco ciò che vi si trovava all’interno.
RispondiEliminaLa presenza indefinita diveniva più nitida con l’accorciarsi della distanza che ci separava, si avvicinava lentamente, sembrava si stesse prendendo gioco delle mie paure, ciò che facevo veniva replicato dalla figura che mi stava davanti, se mi fermavo faceva la stessa cosa, se aumentavo l’andatura faceva lo stesso, ormai pochi metri ci separavano, con il cuore in gola ho superato il crescente terrore e mi sono imposta di continuare ad avanzare, non sapevo cosa sarebbe successo ma sapevo che non potevo sottrarmi a quell’incontro.
Ormai c’eravamo, niente poteva frapporsi tra me e la “figura” e solo in quel momento compresi che di fronte avevo … me stessa.
Mamma mia, splendido Romualdo. 😀
EliminaIl bagliore era di uno specchio. Bellissima descrizione, quasi una scena da film.
Ti ringrazio tanto! Buona serata carissimo. Ciao.
Ciao Pia, che carino sto giochino. Sono Alexandra, piacere, nuova lettrice del blog.
RispondiEliminaLa sabbia nella clessidra è il mio blog, magari ti va di passare. A me farebbe piacere!
Un bacio
Ti ringrazio tanto Alexandra.
EliminaSe ti piace provaci anche tu. 😉
Quando riesco ti vengo a trovare, un bacio a te. Ciao.