Chi mi segue

Vincent Van Gogh




Vi chiedo scusa ma rimando il post su Villa d'Este alla prossima settimana. 

Intanto vi auguro una notte serena con questo splendido dipinto di Van Gogh. 
Ciao! 


Vincent Van Gogh
Cafè Terrace at Night
1888 

Commenti

  1. Vincent impasta i colori creando scompensi all'occhio, per troppo tempo ammorbidito e indirizzato verso sensazioni comode.
    Vincent era scomodo, era avanti, era oltre.
    Era fuori tempo.
    Possiamo apprezzarlo noi. Ora.
    Ma probabilmente ci sfuggono ancora delle sfumature.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse amava esprimere se stesso, soprattutto sperimentare e non aveva interessi dovuti alle mode del momento...
      Comunque condivido il tuo pensiero Franco, era avanti e molti ancora provano ad inseguirlo.
      Grazie di essere qui e ti abbraccio, ciao!

      Elimina
  2. Bellissimo il disegno cara Pia, Van Gog non è solo un nome ma fu un grande artista.
    Ciao e buona domenica, qui purtroppo sta piovendo, un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione Tomaso, un grande artista. Riconoscibile al di là del nome...
      Abbraccio forte, grazie e buona Domenica a te! 😗

      Elimina
  3. Per capire Van Gogh bisogna dimenticare quello che ti insegnano all'Accademia d'Arte: la tecnica di pittura in senso lato.
    Mi spiego. Guarda le sue pennellate, da dove cominciano, dove portano, come vengono spalmati i colori e quanto colore usa.
    Gaughin si lementava che lui doveva mescolare pessimi colori, mente Vincent sprecava scatole intere tanto glieli comperava suo fratello e sempre quelli delle migliori case, mentre lui con il quantitativo di colore di un solo quadro di Vincent ne poteva dipingere almeno cinque. Nemmeno lui capiva perché Van Gogh facesse ciò: entrava col suo corpo dentro la materia prima del quadro, diventava quadro di se stesso, alimetava il quadro del suo respiro, del battito del suo cuore. Ad Amsterdam al Reijke Museum c'è quello che mi commuove sempre di più: "volo di corvi in un campo di grano". Dipingeva o voleva dipingere un cielo blu sul grano intenso ed un volo d'uccelli, ma non gli veniva come voleva -capita spesso- Allora incazzatissimo mescola insieme tutti i neri e i cobalto che aveva dappresso e ne esce fuori un grigio scurissimo temporale di tuoni e fulmini e quel grigio lui sbatte sull'oro brillante del giallo di cromo che ne riceve calore e contrasto. Esce fuori quel popò di capolavoro che tutti conoscono.
    E guarda il giallo solare...SOLARE del tendone della tua foto -quadro che amo particolarmente- quasi al limote del surreale. Cos'è che dá tanta luce di notte a quel telone? Non c'erano che io sappia lampade elettriche, ma lui si è inventato i fari per dare luce. Incredibile.
    Era matto?
    No, era un genio, che vedeva oltre il reale, nel castello delle sue fantasie, e ci vedeva benissimo, bastava che chiudesse gli occhi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio tantissimo Enzo!!!
      Non conoscevo la storia sul volo di corvi...che piace tantissimo anche a me, wow!
      Ecco il giallo, non esprimo mai opinioni riguardo ai colori e non lo farò neanche ora ma non abbiamo la stessa sensazione a riguardo. Se dovessimo incontrarci forse te ne parlerò.
      Mi fa piacere e sono contenta di aver postato un quadro che ami particolarmente, posso solo scrivere di ciò che ho letto a riguardo. Le pennellate di Vincent, qui, sono diverse dalle solite. Lui che sembra sempre voler catturare i movimenti ed i turbinii delle intemperie e forse della sua anima, in questo lavoro, al contrario, si prova pacatezza. I movimenti sono ben curati, quasi fermi, come a voler rilasciare, di quella serata parigina, un senso di serenità e di pace.
      Genio? Semplicemente artista supremo!
      Bacio e grazie.

      Elimina

Posta un commento

I vostri preziosi pensieri siano i benvenuti. Grazie.
Tutti i miei scritti sono privati.
Vietato riprodurli senza il mio permesso.