Lunedì in Arte... Salerno col Castello di Arechi II e cenni del Duomo.
Salerno. Una città troppo poco considerata ma che ha in sé tesori immensi di arte e cultura.
Persino io non credevo di trovare tanta bellezza. Perché poco si parla del suo patrimonio artistico che invece ha molto da offrire e non solo mare e divertimento.
Quindi eccomi qui, come ogni Lunedì se possibile, a regalarvi qualche spicchio della nostra bella Italia.
Ho avuto poco tempo ma, grazie anche alla meravigliosa giornata che ci ha permesso di muoverci serenamente, sono riuscita a visitare il mirabile Castello di Arechi II. E non solo.
La struttura è stata edificata, sulla cima del monte Bonadies (Buongiorno) a 300 metri sul livello del mare, intorno al III secolo d.C. dai romani, che decisero di fortificare questa già loro proprietà di colonia.
«Il De Angelis, basandosi su testi di Strabone e Livio fece risalire il castello all'età classica e M.Fiore ripropose la stessa datazione asserendo che nel III sec. Roma fortificò Salerno, già sua colonia, con un castello fortezza castrujmaa era eretto in cima al monte Bonadies[1]» da Wikipedia.
Come potete notare anche dalla foto, il nome del monte ha un suo ovvio senso, visto che, essendo la parte somma della città esposta ad est, si illumina per prima come se volesse salutare al nuovo giorno.
Ma la prima vera sede la dobbiamo ai bizantini e al generale Narsete, durante la guerra greco-gotica intorno al VI secolo d.C., che decise di ampliare il primo originario Castrum romano. Si può notare ciò dalla particolare muratura in "opera quadrata" con i blocchi di tufo situati nel primo impianto della "turris maior" (torre maggiore).
Nell' VIII secolo d. C. il duca longobardo di Benevento Arechi II, eletto in seguito principe da Carlo Magno, decise di porre sede a Salerno costruendo qui la sua dimora e dove trasferì tutta la sua corte. Ma del Castello o "Castellaccio" come è stato anche chiamato (vari i nomi succedutosi) fece solo fortificare le mura del vecchio edificio in cima al monte, mentre nella parte bassa e centrale della città costruì la sua sontuosa Reggia con accanto una Cappella Palatina dedicata ai santi Pietro e Paolo.
Di essa purtroppo rimane poco ma è anche l'unica ancora esistente dell'epoca bizantina.
Invece, tornando al nostro Castello, grazie all'importante fortificazione ad opera di Arechi II, esso fu praticamente inespugnabile. Resistente ad ogni attacco tanto che, nel 1077 per poterla occupare, Roberto il Guiscardo dovette patteggiarne la resa.
I Normanni quindi divennero i successivi padroni. Essi operarono modifiche aggiungendo nuovi importanti elementi, come il loggiato per la cannoneria nella parte sud della struttura e l'aggiunta a nord, posta in alto su di uno spuntone roccioso, della torre chiamata "La Bastiglia".
Ci furono poi gli Svevi con Federico II ma in seguito furono gli Angioini ad aggiungere cisterne e corpi di fabbriche con addirittura delle saetterie per poggiare gli archi con le loro frecce.
Gli Araganesi furono gli ultimi proprietari del Castello.
Resti di ceramiche e diversi utensili dimostrano il fatto che la struttura sia stata anche sede abitativa oltre che difensiva.
Un piccolo museo all'interno ci mostra molto bene il tutto e conserva anche le preziose monete ritrovate durante i vari restauri.
Qui sotto vi mostro le foto dove viene spiegato con grande attenzione molto degli elementi storici. A cura di Mario Dell'Acqua. La leggenda è esposta nel museo.
Infine ecco un breve videoclip e qualche foto, poche ma spero buone. 😉
La mia visita però ha apprezzato molto anche la gastronomia del posto, dove ho gustato pianti davvero straordinari.
In seguito ho potuto ammirare, anche se solo esternamente, la bellissima cattedrale. Il Duomo di Salerno.
In realtà il suo reale nome è complicatissimo:
Basilica Cattedrale Primaziale Metropolita di Santa Maria degli Angeli, San Matteo e San Gregorio VII.
Già, una fatica solo a pronunziarlo tutto.
Ma le motivazioni sono molto valide.
Fu costruita su richiesta del Normanno Roberto il Guiscardo ma sulla già preesistente chiesa paleocristiana che a sua volta era sorta sopra un tempio romano.
Inizialmente dal progetto semplice, fu poi modificato ampliandolo dopo il ritrovamento dei resti sacri di San Matteo.
Fu poi dedicato anche a San Gregorio VII perché durante la lotta cruenta dovuta principalmente ai Normanni, lui dovette rifugiarsi in esilio proprio a Salerno.
Questa struttura fu però edificata troppo in fretta e ciò ha causato cedimenti molto consistenti specie per i terremoti che si sono susseguiti. Ma la ricostruzione ha rispettato i canoni della progettazione romanica che Alfano I, allora arcivescovo di Salerno, volle fosse disegnata su modello dell'Abbazia di Montecassino.
La parte esterna è l'unica di cui vi scriverò perché, come ho chiarito nel post precedente non ho potuto visitare l'interno.
Iniziamo dalla facciata che è stata ricostruita in fattezze barocche ma alcuni elementi del romanico sono rimasti. Come il "Portale dei Leoni" con le due sculture di un leone e di una leonessa dal grande valore simbolico.
Il fregio con la vite di salvezza. Ai lati una scimmia dal riferimento di debolezza umana e un leone con la bocca aperta rappresentante i pericolo che l'uomo dovrà affrontare nella vita. Nel fregio la colomba che becca i datteri è simbologia di salvezza che gode dei piaceri ultraterreni.
La scritta vuol indicare l'alleanza dei due principati Salerno e Capua.
Nella lunetta superiore che sostituisce un precedente mosaico, troviamo l'affresco di "San Matteo che scrive il vangelo su ispirazione di un angelo". L'opera barocca è di Angelo Solimena padre del più famoso Francesco Solimena con la sua arte tardo-barocca.
Attraversando il portale ci troviamo davanti all'ampio quadriporticato romanico dalla bellezza straordinaria.
Costituito da colonne che provengono dal vicino Foro Romano di Piazza Conforti, sormontato dagli ampi archi a sesto acuto e da lesene, pennacchi ed intarsi tutti in pietra vulcanica.
Il grandioso loggiato sovrastante da inizio alla tipica architettura mediterranea con le sue "bifore" e "pentafore".
Nella parte bassa, interna al porticato, troviamo vari sarcofagi di grande valore come quello che sembra essere dell' arcivescovo Alfano I.
Di grande effetto ed importanza storica è il canpanile che si erge in tutta la sua bellezza arabo-normanna.
Non aggiungo altro perché spero di avere l'occasione di tornare per scriverne di più.
Ho finito la mia visita passeggiando tra i negozi del bellissimo corso centrale e poi sul lungomare. Dove come sempre l'incanto dei suoi paesaggi supera di gran lunga tutto il resto secondo me.
Con questo concludo e ringrazio tutti per l'attenzione riservatami arrivando fino alla fine di questo possente articolo.
Purtroppo non potevo fare meglio di così. Ho alleggerito più che potevo ma gli elementi erano davvero vari. Sarebbe stato difficile renderlo più semplice.
Un caro abbraccio a tutti voi. Ciao.
Le immagini sono tutte di mia proprietà. Vietata la loro diffusione senza il mio permesso.
Commenti
Posta un commento
I vostri preziosi pensieri siano i benvenuti. Grazie.
Tutti i miei scritti sono privati.
Vietato riprodurli senza il mio permesso.